A L’Aquila il Tecnopolo d’Abruzzo ha chiuso i rubinetti allo stabilimento Aura, di recente acquisito dalla svizzera Mival
Gli attriti sarebbero nati dal costo dell’housing e dai pagamenti arretrati. Allo stato attuale, mancando le condizioni igieniche minime per la mancanza dell’acqua, lo stabilimento è sostanzialmente vuoto e il lavoro è fermo. Un problema in più per i 60 lavoratori già in cassa integrazione.
Il debito di Aura nei confronti del Tecnopolo è consistente, in mancanza del saldo dovuto si rischia di mettere in difficoltà anche le altre 43 aziende che operano nella zona.
“Questo crea un potenziale grave impatto sulle commesse e, quindi, sulla tenuta dell’impresa. Come FIM-FIOM-UILM e RSU abbiamo provveduto a richiedere un incontro urgente all’assessorato alle Attività produttive della Regione Abruzzo, chiedendo che siano convocati sia Aura che il Tecnopolo, allo scopo di esplorare, in sede istituzionale, possibili percorsi per gestire la criticità.
Nelle more della convocazione, riteniamo necessario che il Tecnopolo riavvii al più presto l’erogazione dell’acqua, al fine di non compromettere ulteriormente la già complicata situazione dello stabilimento Aura. Ricordiamo, infatti, che i circa 60 lavoratrici e lavoratori sono in regime di cassa integrazione a rotazione da quasi 1 anno e il blocco dell’attività non potrà che inficiare il rapporto di Aura con i clienti e dunque la tenuta complessiva dello stabilimento”.
Intanto, per il giorno 26 giugno 2025 è previsto un incontro tra sindacato e Aura, volto a conoscere il piano industriale all’indomani dell’acquisizione dello stabilimento da parte di Mival.
“Un piano industriale credibile è senz’altro la premessa necessaria per un confronto costruttivo in sede istituzionale” conclude la nota di FIM-FIOM-UILM territoriali L’Aquila, firmata da Giampaolo Biondi, Elvira De Sanctis, Michele Paliani e RSU Aura.
I sindacati nei giorni scorsi avevano richiamato l’azienda a presentare il piano industriale, essenziale per la vita della società ma finora, spiegano, non c’è stata chiarezza.