Dopo la bagarre di ieri in Consiglio Comunale, scambio di accuse reciproche tra maggioranza e opposizione su ciò che è accaduto dopo lo scontro sull’Agenzia delle Dogane
“La maggioranza ritiene irrispettoso il nostro comportamento”. Così è iniziato lo sfogo degli esponenti di opposizione durante la loro conferenza stampa a Palazzo Margherita, all’indomani dello scontro in aula ieri con il sindaco sul tema Agenzia delle Dogane. I sindacati hanno dichiarato lo stato di agitazione per i lavoratori dell’Agenzia delle Dogane, hanno spiegato i presenti, ciò significa che lo striscione portato in aula ieri e fatto togliere ha un significato e la battaglia è profondamente giusta. Il silenzio sul declassamento della sede aquilana è assurdo, hanno ribadito i consiglieri di opposizione.
All’appello del presidente Santangelo, hanno raccontato, la maggioranza non c’era, hanno dovuto ricomporre in fretta e furia il numero per poter iniziare i lavori. Quando Romano ha chiesto conto al sindaco lui, attaccano, ha fatto un comizio insultando anche gli assenti e senza dire nulla in realtà sull’Agenzia delle Dogane. Il suo silenzio ci fa pensare ad uno scambio politico tra L’Aquila e Pescara, ha detto la Pezzopane. L’ex sindaco Cialente ha fatto altro, ha aggiunto, se c’era un governo amico si protestava lo stesso contro il governo amico. Le opposizioni, ha sottolineato Paolo Romano, chiedono una proroga sull’attuazione della riforma che dal 1 novembre è effettiva, dopo di che chiediamo di lavorare tutti insieme per mitigare gli effetti e per risolvere una questione che ci vedrebbe come unico capoluogo di regione in Italia ad essere declassato, nonostante il terremoto, un territorio che dovrebbe invece pensare ad una ripresa economica.
Il 1 novembre è vicino, ha ricordato la Pezzopane, Biondi se non chiede alla premier Meloni un decreto immediato si renderà colpevole di quanto accaduto. Ovviamente di tutt’altro tenore le parole dei capigruppo di maggioranza che già ieri hanno diffuso una nota per sottolineare, a loro giudizio, il comportamento irriguardoso delle minoranze, che a loro dire non hanno fatto altro che interrompere ed insultare il sindaco. Leonardo Scimia, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha sottolineato più volte che il loro non rientro in aula, dopo la sospensione, è stato per protesta nei confronti dell’atteggiamento delle opposizioni e non per mancanza dei numeri.