A L’Aquila sui migranti ormai è scontro aperto tra il sindaco Pierluigi Biondi, le opposizioni e le associazioni cittadine. Secondo una nota Ansa i migranti arrivano dopo il passaparola su TikTok
Poi, nella giornata di ieri, un altro gruppo consistente di migranti, circa 30 persone, si è ricollocato dinanzi alla Prefettura con il sindaco che si infuria e parla di “persone depositate da sciacalli che mercanteggiano esseri umani come fossero oggetti”. Il sindaco chiude le porte e dichiara che il Comune non accetta persone che non rientrano nei programmi di accoglienza.
Dopo una riunione in Prefettura, la linea del primo cittadino è ferma, non ci sono posti comunali disponibili e anche le strutture individuate dalla Prefettura sono al completo.
Così si è deciso anche di rafforzare i controlli per evitare fenomeni di sfruttamento. Il sindaco però precisa: L’Aquila resta una città accogliente e solidale e se ci sono situazioni di vulnerabilità si è ben disposti, in sostanza, a valutarle.
La nota e il conseguente post su facebook hanno scatenato una marea di commenti soprattutto da parte degli operatori delle associazioni che si occupano di solidarietà e dagli esponenti della minoranza comunale.
“Siamo stufi – dicono – di queste dichiarazioni spot di Biondi e della sua Giunta che a nulla servono se non a distogliere l’attenzione dal problema reale e a confondere le idee delle cittadine e dei cittadini. Se ci sono sciacalli o squallidi personaggi che, stando a quanto dicono Biondi e De Santis, starebbero commettendo gravi illegalità nel nostro territorio, dovrebbe essere proprio lui, nel suo ruolo di Sindaco, a spiegarlo chiaramente alla comunità tutta, con carte, prove e fatti concreti alla mano. Simona Giannangeli, consigliere comunale, non le manda a dire e invita Biondi, di fronte a dichiarazioni così gravi, a portare le carte in Procura se ha prove di persone che sfruttano i migranti”.
Intanto in una notizia pubblicata nel pomeriggio dall’Ansa, a firma di Fabio Iuliano, si legge di un’insolita modalità utilizzata dai migranti per scegliere e raggiungere L’Aquila: il social TikTok:
<Né cartine, né contatti istituzionali, solo messaggi o video diffusi da piattaforme social come TikTok, dove i consigli rimbalzano da un account all’altro, fino a tradursi in un luogo fisico: L’Aquila. Quando le porte della prefettura si aprono per l’ingresso del personale, loro sono già lì. Hanno passato la notte su panchine, pensiline e altri ripari improvvisati, negli stessi esatti punti in cui, nelle scorse settimane, avevano dormito altri migranti, un gruppo di 44, poi trasferiti dalla prefettura in Calabria.
È un flusso discreto, che non passa per i canali formali dell’accoglienza, ma per telefoni, screenshot e messaggi vocali. Un passaparola. Chi arriva indica il posto a chi sta per raggiungerlo. Una mappa orale che corre lungo la rotta balcanica. “Sono arrivato da qualche giorno. Ho 19 anni. Sono venuto da solo, con autobus e treni”, racconta Maghdi, studente afghano. Mostra sul telefono gli screenshot dei trasferimenti di denaro inviati da un parente: poche centinaia di euro alla volta, abbastanza per proseguire il viaggio verso quella che qualcuno, online, ha definito una meta “utile”. Il gruppo è composto da migranti di terra di provenienze diverse: afghani, pakistani, bengalesi, quasi tutti in attesa di formalizzare una richiesta di protezione internazionale.
“Nessuno ci ha portati qui – dice un altro ragazzo – Ci hanno consigliato di venire a L’Aquila”. Sul telefono scorre un video in lingua pashtu pubblicato proprio su TikTok: un influencer parla di documenti, permesso di soggiorno e opportunità in Italia. A un certo punto si parla dell’Aquila. E nei commenti c’è chi chiede indicazioni: dove andare, cosa fare una volta arrivati. Quello che fino a poche settimane fa appariva come un episodio isolato ora assume i contorni di un flusso più consistente, alimentato non solo dai social, ma anche dal passaparola tra connazionali sulla qualità della rete delle associazioni presenti sul territorio e sulla rapidità degli uffici immigrazione nelle pratiche di registrazione.
Una dinamica che ben contrasta con l’ipotesi ventilata dal sindaco Pierluigi Biondi, secondo cui i migranti sarebbero stati “depositati sotto la Prefettura dai soliti sciacalli che mercanteggiano esseri umani come fossero oggetti”. Parole che hanno immediatamente innescato lo scontro politico>.
Questa sera, intanto, il prefetto dell’Aquila Giancarlo Di Vincenzo ha convocato un nuovo vertice chiamando a raccolta rappresentanti istituzionali e forze di polizia.