L’Aquila: proroga accertamenti per la morte della giudice

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L’inchiesta della Procura di L’Aquila sulla morte della giudice molisana Ercolini: dopo la riesumazione della salma, la proroga degli accertamenti

Le indagini, archiviate in un primo momento come suicidio, sono state riaperte poco tempo fa. È stata proprio la Procura aquilana, (competente per casi che riguardano magistrati nelle Marche) ad avere disposto la riesumazione del corpo e, notizia di oggi, la proroga sugli accertamenti.

Un mese di tempo in più per concludere gli accertamenti sul corpo della giudice trovata senza vita nella sua casa di Pesaro il 26 dicembre del 2022.

“È un caso delicato, dobbiamo svolgere una ulteriore indagine”, ha spiegato stamattina il professor Vittorio Fineschi, incaricato di svolgere la nuova autopsia sul magistrato.

Il corpo della donna è stato riesumato a metà giugno dal cimitero di Riccia, comune in provincia di Campobasso, e trasportato a Roma dove è stata eseguita l’autopsia. Fineschi e gli altri medici incaricati avevano chiesto 90 giorni di tempo per ultimare il lavoro, termine scaduto proprio in queste ore.
Di qui la richiesta di proroga: serviranno altri 30 giorni per svolgere le indagini. La salma resterà dunque per un altro mese a disposizione del pool di esperti al policlinico Umberto I di Roma. Solo a fine ottobre potrà rientrare in Molise. Oltre all’autopsia, in questi mesi, sono state eseguite la tac e indagini microscopiche e di laboratorio, tutti approfondimenti che non erano stati fatti in prima battuta.

Le indagini, archiviate in un primo momento come suicidio, sono state recentemente riaperte dalla Procura dell’Aquila (competente per casi che riguardano magistrati nelle Marche) che ha disposto la riesumazione del corpo. La magistratura vuole in questo modo accertare se vi siano lesioni e, nel caso vi fossero, di che natura queste siano e cose le abbia provocate.

Nel frattempo i Ris hanno dovuto ricostruire la scena del ritrovamento del corpo. Nella nuova inchiesta ci sono sei indagati, tra questi il marito della giudice e il medico legale che eseguì la prima autopsia. Le ipotesi di reato, a vario titolo, vanno dal depistaggio alla falsità ideologica fino alla violazione del segreto istruttorio.

Marina Moretti: