L’Aquila, oggi il rito dell’abluzione dell’altare

Questa mattina nella chiesa delle Anime Sante in centro a L’Aquila si è rinnovato l’antico rito dell’abluzione dell’altare del Suffragio con acqua e vino

A presiedere il rito il rettore della chiesa Don Daniele Pinton (nella foto). Il rito consiste nel detergere con acqua mista ad aceto e aromi la mensa per purificarla con oli profumati che arrivano da Gerusalemme.

Anticamente il rito aveva luogo al termine della messa in CoenaDomini, dopo la spogliazione dell’altare, e veniva fatto solo con acqua e vino. Tra i significati simbolici di questo antico rito, il simbolismo dell’altare richiama l’immagine del corpo di Cristo lavato, come il corpo di un morto; il vino e l’acqua sembrerebbero, a questo punto, voler alludere e simboleggiare il sangue e l’acqua scaturiti dal costato del Signore, ferito dalla lancia che gli colpì il costato. Al termine delle abluzioni, l’altare verrà unto con oli profumati, per ricordare l’unzione dei piedi del Signore, fatta pochi giorni prima della sua morte da Maria, sorella di Lazzaro.

Al termine di questa antica liturgia, commovente e ricca di significati, che continua ad essere perpetrata in Abruzzo solo nella Chiesa del Suffragio, i fedeli che lo desiderano possono avvicinarsi all’altare, per impregnare, con l’olio profumato cosparso sulla mensa, un pannetto da portare con sé, nel segno dell’attesa della risurrezione del Signore.

E’ questo ‘un ponte spirituale con la basilica del Santo Sepolcro, nella città Santa di Gerusalemme e un momento di preghiera per la pace nei Luoghi Santi dove ha avuto luogo la morte e resurrezione di Cristo.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.