L’Aquila nel dolore per la tragedia della slavina

All’Aquila oggi è un giorno di dolore per la morte di Luca Nunzi, l’uomo di 45 anni travolto ieri pomeriggio da una slavina sul Sirente

Era assieme ad altri 4 escursionisti che sono stati tratti in salvo dalle squadre del soccorso alpino, praticamente illesi. Luca invece non ce l’ha fatta. La notizia si è diffusa subito in città, dove Nunzi (nella foto) era molto conosciuto proprio per la sua passione per la montagna. Anche il sindaco Biondi ha espresso il suo cordoglio.

Ad allertare la centrale operativa del 118 dell’Aquila sono stati proprio i compagni di escursione, e sul posto è arrivato subito l’elisoccorso. Il tecnico del corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico a bordo ha individuato immediatamente il punto dove si trovava l’aquilano, ma le condizioni sono apparse subito critiche e il medico non ha potuto far altro che constatare il decesso.

Nel frattempo gli uomini del soccorso hanno recuperato la salma e gli altri compagni assieme agli uomini della Guardia di Finanza.

La valanga si è sviluppata attorno alla valle Lupara nel comune di Secinaro. Nunzi è scivolato per diversi metri a ridosso del canale Maiori sul versante nord del Sirente, e poi è stato travolto da una slavina che sarebbe stata causata dalla sua stessa caduta. L’uomo assieme ad altri 4 escursionisti stava facendo un’escursione a piedi senza sci sulla cima più alta del piccolo gruppo montuoso dell’Appennino abruzzese, molto frequentata da sciatori ed alpinisti.

I cinque erano minuti di ramponi e piccozze: si tratta di persone abituate a questo tipo tipo di escursioni. C’era ancora poca neve. Il bollettino più recente Meteomont era stato divulgato venerdì e parlava di pericolo valanghe da debole a moderato.

Daniele Perilli, presidente del corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico spiega a Rete 8 che l’incidente, sostanzialmente, è partito dalla stessa caduta dell’alpinista, che poi ha provocato la slavina.

“Era una giornata nella norma”, spiega, “anche se in montagna la condizione ideale non c’è mai, ma non era segnalato un pericolo valanghe”.

Perilli, molto dispiaciuto per la tragedia, “ha spiegato che l’elisoccorso è intervenuto in tempi rapidissimi con tecnico e medico a bordo che sono stati vericellati immediatamente. La sonda ha individuato subito la posizione di Nunzi: era sotto 45 cm di neve circa perché ce ne è ancora poca. Quindi hanno scavato subito nella speranza di riuscire a salvarlo ma non c’è stato nulla da fare. Fatali probabilmente i traumi avuti con la caduta”.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.