I lavoratori dell’Aura, dalle 8, dinanzi ai cancelli dell’azienda per forzare il rientro a lavoro ma non è stato possibile, dopo che l’Inps ha rigettato la richiesta di cassa integrazione fatta dall’azienda
Una situazione paradossale quella che vivono i 50 lavoratori di Aura, azienda che si trova nel Tecnopolo d’Abruzzo. I dipendenti sono in cassa integrazione dal 25 di agosto, dal 29 settembre tutti in cassa a zero ore. L’Inps però ha rifiutato la richiesta di cassa fatta da Mival, la proprietà di Aura e, nel mezzo, c’è stato anche il problema dell’assicurazione furto e incendio non pagata.
La proprietà, intanto, ieri sera ha inoltrato una missiva ai sindacati per contestare le comunicazioni sindacali fatte da loro a mezzo stampa e per dire che, sostanzialmente, sono in corso delle trattative con dei partner strategici che potrebbero consentire di uscire dallo stato di crisi e salvare i lavoratori.
Per placare la rabbia dei lavoratori è arrivato anche il sindaco Pierluigi Biondi che già aveva avuto modo di stigmatizzare l’atteggiamento dell’azienda che non si è presentata la settimana scorsa all’incontro convocato in Regione. Il sindaco ha parlato direttamente con l’Inps che ha confermato il rigetto della richiesta, e così i lavoratori hanno tentato di rientrare nello stabilimento con le porte che, però, per loro sono rimaste chiuse. Alle 11 i lavoratori sono stati convocati, sempre grazie alla telefonata di Biondi, dal Prefetto Giancarlo Di Vincenzo per verbalizzare quanto accaduto. Biondi aveva già presentato un esposto che ora integrerà per presentarlo alla magistratura. Vuole vederci chiaro, il primo cittadino, anche sui fondi che l’azienda ottenne in passato.
Era presente il direttore dell’azienda Giorgio Mancini. Sul posto pure le forze dell’ordine ma tutto si è svolto nella massima correttezza da parte di sindacati e lavoratori, seppur esasperati dalla situazione. L’amministratore di Mival, chiamato più volte a telefono, non si è reso disponibile.