L’Aquila, la protesta delle palestre in crisi

Dall’inizio della pandemia tre palestre, tre attività, hanno già chiuso i battenti all’Aquila. La situazione non è rosea dopo un anno e mezzo di stop forzato e pochissimi sostegni, quasi zero.

Le associazioni sportive, ben 17,  hanno scritto al Comune dopo essersi riunite in assemblea e dopo il voto contrario alla mozione discussa lunedì scorso e che aveva come oggetto proprio il sostegno a palestre, centri sportivi e scuole di danza. Inutile ribadire il valore delle piccole società che reggono lo sport in città senza sostegni e a fronte di impianti mal ridotti, spesso, con spese e difficoltà enormi per garantire le loro attività.

Nonostante le riaperture le iscrizioni sono crollate, sono dimezzate rispetto al periodo pre-Covid e le strutture, oltre agli adeguamenti imposti dalla legge, devono farsi carico anche di associazioni per assicurare il servizio in piena sicurezza. Insomma soldi che escono e che rientrano solo in minima parte con le iscrizioni. Già da marzo le associazioni avevano proposto un pacchetto di proposte inserite nella mozione presentata dal consigliere Stefano Albano con il

Documento che poi è stato discusso e bocciato solo ora. Proposte che ora sono insomma carta straccia e ci sono attività che senza risposte adeguate verranno inevitabilmente accompagnate verso la chiusura. C’è anche un altro problema. Enorme. Molte attività svolgono il loro lavoro in palestre delle scuole. L’anno scorso tutto fu interrotto causa Covid, la maggior parte delle società ancora non può riprendere l’attività perché manca ancora l’assegnazione, come spiega Emanuele Foresti del basket 2k5. Questo è un grande problema perché i ragazzi hanno bisogno di fare sport.