L’Aquila: la famiglia del bosco in attesa di possibili novità

Oggi dal Tribunale per i Minorenni dell’Aquila potrebbero arrivare novità sulle sorti della famiglia che viveva in un bosco di Palmoli, nel Vastese

Il Tribunale per i minori il 20 novembre ha disposto l’allontanamento dei tre figli di Nathan Trevallion e Catherine Birmingham, trasferendo i piccoli e la madre in una struttura protetta.
Oggi, alle 15.30 è iniziata l’udienza di comparizione delle parti, gli avvocati della coppia e i rappresentanti dei minori avranno modo di discutere eventuali modifiche al provvedimento, prima dell’esito del ricorso già presentato in Corte d’Appello, fissato per il 16 dicembre.
Presidente del collegio è Roberto Ferrari. Secondo quanto si è appreso potrebbe durare almeno un paio d’ore.

Si fa largo l’ipotesi secondo cui i giudici si riserveranno la decisione per valutare i nuovi elementi annunciati dai legali della famiglia prima dell’ingresso in Tribunale.

Una trentina di persone tra giornalisti e operatori video è davanti al Tribunale per i Minorenni dell’Aquila in attesa dell’esito dell’udienza di
comparizione sulla vicenda che riguarda i tre bimbi allontanati da casa lo scorso 20 novembre dai genitori che vivono in un bosco a Palmoli, in provincia di Chieti. L’udienza inizierà nel pomeriggio e non saranno presenti i genitori dei tre minori, Nathan e Catherine. Per la coppia ci
saranno gli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas (nelle foto in basso) mentre per i minori ci sarà la la curatrice speciale Marika Bolognese, e la tutrice, Maria Luisa Palladino.

“Abbiamo fiducia nella magistratura, speriamo nel ricongiungimento, forniremo altri elementi utili, ma per ora non possiamo dire nulla”. Così l’avvocata Danila Solinas, assediata dai cronisti. “Stiamo lavorando bene”, ha detto rispondendo alle domande dei giornalisti riferite alla strategia difensiva da attuare in udienza.

L’altro avvocato della famiglia, Marco Femminella, ha rinviato ogni commento a dopo l’udienza.

Oggi il portavoce di Pro Vita & Famiglia, Jacopo Coghe, ha consegnato al Ministero della Giustizia le oltre 50.000 firme raccolte dalla onlus con una petizione popolare rivolta al Ministro Carlo Nordio per chiedere l’immediato ricongiungimento della famiglia Trevallion, ormai conosciuta come “la Famiglia del Bosco”.

«Il caso è diventato il simbolo di una deriva pericolosa, ovvero quando lo Stato, invece di sostenere i genitori, si sostituisce a loro. Così facendo calpesta il diritto dei minori a crescere con il proprio padre e la propria madre e lede il primato educativo che spetta alla famiglia» ha spiegato Coghe. «In attesa di novità, speriamo positive, dall’udienza al Tribunale dei minori dell’Aquila di oggi pomeriggio – aggiunge Coghe – chiediamo al Ministro Nordio di fare tutto quanto in suo potere affinché questa famiglia venga riunita e simili casi non si ripetano più. Non esiste tutela dei bambini senza rispetto dei loro genitori».

Ieri nel capoluogo abruzzese si è riunita l’Associazione nazionale magistrati per esprimere solidarietà ai giudici finiti al centro di insulti e minacce sui social per la decisione di allontanare i tre figli della coppia.

Il presidente distrettuale abruzzese dell’Anm, Virginia Scalera, a margine della riunione, rispondendo ad una specifica domanda sul giudizio formulato dal ministro Nordio:

“Sarebbe auspicabile che quando si esprimono giudizi di qualsiasi tipo le carte vengano lette e sarebbe anche auspicabile che ci sia un rapporto con la giurisdizione il più possibile rispettoso della separazione dei poteri”.

Il magistrato così ha risposto alla domanda se sia normale che il ministro Nordio abbia espresso dei giudizi così netti senza aver letto le carte per sua stessa ammissione.

“Stiamo parlando comunque di una vicenda che interessa tre minorenni, – ha sottolineato Scalera – quindi una vicenda particolarmente delicata in cui le istituzioni e la giurisdizione e la magistratura mettono impegno, passione e soprattutto serietà. Noi purtroppo siamo stati in questa vicenda, diciamo, coinvolti in un battage mediatico che forse era da destinare a qualcos’altro, ma siamo felicissimi di essere qua e di rappresentare ai colleghi del Tribunale per i minorenni tutta la solidarietà dei magistrati del distretto e anche dei magistrati d’Italia, visto che c’è la rappresentanza nazionale dell’Anm, per l’attività che hanno svolto con serietà, serenità e senza farsi condizionare”.

“Ci sorprende – ha affermato durante l’incontro aquilano il vicepresidente dell’Anm, Marcello De Chiara – che il ministro Nordio abbia nell’immediatezza annunciato una possibile ispezione”, ammettendo “di non conoscere il contenuto del provvedimento”. In merito De Chiara ha chiesto “maggiore cautela” per una vicenda ritenuta complessa. Lo stesso vicepresidente dell’Anm ha poi denunciato una “campagna di
delegittimazione” nei confronti della magistratura, invitando anche la politica a evitare polemiche “strumentali”

Durante l’assemblea dei magistrati è intervenuta la presidente del Tribunale per i minorenni, Cecilia Angrisano, ribadendo come le decisioni assunte siano state frutto “di un bilanciamento tra interessi e diritti” per tutelare i minori e criticando la violazione della privacy dei bambini, “esposti in tutto quello che la legge prevede non si possa fare con un minorenne”.

Intanto nel fascicolo del caso sono state depositate due nuove relazioni, che emergono come sostanzialmente favorevoli ai genitori. I documenti offrono una lettura positiva della situazione, senza evidenziare criticità rilevanti, e potrebbero influenzare la valutazione del Tribunale.
La vicenda continua a mobilitare gruppi e associazioni: ad Ancona, per il 6 dicembre, è stato annunciato un corteo “per la libertà delle famiglie” e contro le “ingerenze dello Stato”, promosso da Anima Mundi e Marche Terre Libere. Gli organizzatori leggono il caso non come un fatto isolato, ma come il “segnale di una deriva culturale che colpisce chi tenta di costruire modelli di vita alternativi”.

Marina Moretti: