La Procura di L’Aquila ha chiesto gli arresti domiciliari per il 56enne accusato di avere installato microcamere spia nelle sue case date in affitto
I locatari degli appartamenti sono studenti, studentesse e allievi della Scuola di ispettori e sovrintendenti della Guardia di Finanza. Le indagini si svolgono su due fronti: interferenza illecita nella vita privata (per avere collocato le microcamere in ambienti privati) e diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti. Questa ipotesi, aggiunta in un secondo momento, è legata alla possibile circolazione e diffusione on line dei filmati registrati.
Secondo le indagini, le telecamere sarebbero state installate in bagno e in camera da letto e collegate via wifi a un dispositivo cellulare, consentendo di visualizzare in diretta le immagini degli inquilini. Gli appartamenti potenzialmente coinvolti sarebbero almeno dodici. Il gip Colangeli ha fissato l’interrogatorio di garanzia per martedì 11 novembre alle 9.30. L’indagato sarà sentito prima
che il giudice decida sulla richiesta di misura cautelare. La Procura, secondo quanto si è appreso, riterrebbe necessari i domiciliari per evitare un possibile inquinamento delle prove.
Intanto prosegue l’attività tecnica sui dispositivi sequestrati. Il consulente informatico nominato dalla Procura, Fabio Biasini, sta analizzando computer, telefoni e supporti digitali per verificare quantità, destinazione e modalità di conservazione delle immagini. Solo al termine della perizia sarà possibile definire l’estensione delle violazioni.