L’Aquila: braccialetto elettronico per il proprietario delle case indagato per la vicenda delle microcamere spia installate all’insaputa degli inquilini
Anche gli inquilini sono dotati di dispositivi elettronici. L’obiettivo è verificare che vengano rispettate le misure imposte al 56enne dell’Aquila, accusato di avere spiato via webcam i locatari dei suoi appartamenti. Questa mattina alcune delle persone coinvolte nella vicenda si sono recate in questura a L’Aquila per ricevere i dispositivi che dialogheranno con il braccialetto elettronico destinato all’indagato.
Il gip Giulia Colangeli ha disposto per il 56enne la misura cautelare del divieto di accesso agli alloggi di sua proprietà, in via degli Acquaviva, e ha respinto la richiesta degli arresti domiciliari chiesta dalla Procura contro il rischio di inquinamento delle prove.
L’uso di strumenti elettronici è un sistema analogo a quello previsto nei procedimenti per stalking. Permette di verificare in tempo reale che non venga superata la distanza minima stabilita dal giudice tra l’uomo e le persone offese.
La distribuzione dei dispositivi rientra nell’indagine della Procura sulle apparecchiature di ripresa occultate negli alloggi di un condominio del capoluogo, installati in camere da letto e bagni e connesse a pc, tablet e telefoni sequestrati durante le perquisizioni.
Sono ancora in corso gli accertamenti tecnici su tutto il materiale, per definire quante persone siano state coinvolte e se i filmati siano rimasti solo archiviati nei supporti o anche condivisi con altri o on line.