L’Aquila: in quota come in città alberghi alle prese con pochi soldi, pochi clienti e la paura del Covid

Un avvio a singhiozzo per il turismo invernale a Campo Imperatore. Nelle strutture in quota ci sono meno prenotazioni rispetto al passato. Non va meglio negli alberghi del capoluogo

Ascoltando gli operatori sembra proprio che il Covid condizioni eccome, ma anche le difficoltà della stazione invernale che non riesce a decollare fa la sua parte. Nell’hotel FIORDIGIGLI, ad esempio, a Fonte Cerreto, si è ad un quarto delle prenotazioni per Natale e a metà per Capodanno. La titolare Ada FIORDIGIGLI spiega al Tg8 che “grazie ad una comitiva di romani affezionata da anni e anni al suo albergo è riuscita ad aprire la struttura”.

“Molte volte – aggiunge – si sceglie il Gran Sasso nonostante sia una delle montagne più belle solo perché non si trova posto altrove e questo dispiace”

L’hotel Giampy di Assergi è a zero prenotazioni mentre all’Hotel Nido dell’Aquila sì prenotazioni ma anche disdette a causa dell’incertezza Covid ma anche per la concorrenza, dicono, di stazioni ben più attrezzate nelle vicinanze. Si è, inoltre, accorciato il periodo di permanenza: due o tre notti al massimo.

Scendendo in centro città è il dicembre più nero degli ultimi sei anni fatta eccezione per il 2020. A fare un punto il direttore del Federico II Roberto Laglia: “In estate la gente è invogliata dalla natura. In inverno ci sono più problemi e si chiede alla politica di agire in modo più organizzato per poter lavorare tutto l’anno”.

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