Iniziato oggi a L’Aquila il processo d’Appello all’Aquila, presso il Tribunale dei minori, per l’omicidio di Crox, ucciso a 16 anni a Pescara. Rigettate tutte richieste della difesa
Processo aggiornato al 26 novembre con discussione e sentenza. È il processo di secondo grado per i due assassini di Christopher Thomas Luciani, detto Crox, ucciso nel parco Baden Powell a Pescara con 25 coltellate, il 23 giugno 2024. Alle 12.30 i legali sono usciti dall’aula per permettere la camera di consiglio sulla decisione in merito ad alcune richieste preliminari.
Come si ricorderà, l’imputato che ha inflitto per primo le coltellate mortali è stato condannato in primo grado lo scorso marzo a 19 anni, 4 mesi e 9 giorni mentre il complice che proseguì la mattanza a 16 anni. Condannati per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e da futili motivi e su questo aspetto puntano i legali del primo minore Massimo Galasso e Roberto Mariani i quali hanno definito il risarcimento danni per nonna Olga che però è solo morale perché nei processi per i minori non è prevista la costituzione di parte civile.
Gli avvocati dell’altro imputato, Giancarlo Corsetti e Italo Colaneri, cercheranno di arrivare all’assoluzione benché il fatto non possa essere messo in discussione.
I giovani si erano incontrati nel parco per un debito che aveva il povero Crox: con loro altri 4 minori che non hanno partecipato all’omicidio, anzi è stato uno di questi a raccontare al padre carabiniere l’accaduto e a far trovare il corpo.
Gli avvocati Galasso e Mariani hanno puntato il ricorso sulla mancata esclusione dell’aggravante della crudeltà e dei futili motivi, chiedendo ai giudici di fatto una nuova perizia psichiatrica, per valutare se il loro assistito si rendesse conto di ciò che stava facendo avendo una patologia certificata. I due legali hanno messo dentro anche la mancata concessione della messa alla prova e il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, richieste queste che potrebbero anche essere accolte visto che in caso di minori si punta al reinserimento.
Una vicenda drammatica che per 300 euro, questo il debito, ha portato alla morte di un ragazzo di 16 anni: per il branco Crox andava punito con tanto di bagno al mare poi da parte degli assassini, come se nulla fosse.
I giudici in Appello sono chiamati a confermare o rivedere le condanne ai due ma, risarcimento a parte, per nonna Olga la sentenza va confermata e questo non va visto come una pacifica accettazione di un’eventuale riduzione della pena.
Dal punto di busta del legale di nonna Olga Cipriano Giacomo Marganella non possono ritenersi fondate le richieste difensive che collegano eventuali benefici a favore degli imputati all’intervenuto risarcimento del danno.
È importante chiarire che tale risarcimento è frutto di un lungo e complesso percorso umano, reso possibile anche grazie al lavoro dell’organismo di mediazione e della mediatrice Monica Di Paolo.
“Si è trattato di un gesto di pace e di dignità, coerente con i valori che la sig.ra Cipriano promuove da sempre attraverso il suo impegno nel sociale. Tuttavia, il risarcimento resta un atto dovuto, autonomo e distinto dal processo penale, non riconducibile a un reale ravvedimento dell’imputato, anche perché effettuato da terzi.
Abbiamo quindi ribadito che non vi sono i presupposti per alcuna riduzione di pena né per misure alternative, trattandosi di un omicidio di eccezionale gravità che richiede una risposta giudiziaria ferma e proporzionata.
L’azione della parte offesa proseguirà con determinazione fino alla conferma del giudizio di responsabilità”.