L’Aquila, coperte dei migranti rubate: scatta la solidarietà

Un’altra notte al freddo per il gruppo di migranti arrivati all’Aquila. Dopo il caso delle coperte sparite si attiva la solidarietà di privati e associazioni

Nella storia dei migranti arrivati all’Aquila, un gruppo di 25-30 persone che non ha trovato accoglienza in strutture perché piene e perché non rientrano nella rete di accoglienza dei Cas della Prefettura, c’è anche la solidarietà dei cittadini da mettere in evidenza, di fronte a indifferenza spesso.

Passano le giornate in centro i migranti, nelle piazzette per ricaricare il cellulare, tra la Prefettura e la Questura, con ripari di fortuna in giacigli che si costruiscono per passare la notte. Ma c’è stato il caso delle coperte e dei cartoni portati via dopo alcune segnalazioni che sarebbero arrivate da cittadini all’Asm. Sarebbero state portate via mentre mangiavano e si erano spostati.

E così si è attivata una rete di privati cittadini capitanata dal giornalista Carlo Gizzi per reperire coperte e indumenti ma anche il parroco di Roio Don Osman si è mosso, così come il centro di San Francesco del Torrione. Non si può restare ciechi, spiega il giornalista, di fronte a qualcosa che dovrebbero fare le istituzioni. “Personalmente – dice – non riesco a guardare questi ragazzi e a non dare una mano nel mio piccolo”.

Su un punto però sembrano essere quasi tutti sulla stessa linea. L’Aquila non può gestire un flusso così. La mensa di Celestino sta dando una grande mano distribuendo pasti caldi ma per dormire non c’è posto. E qualche giorno fa un ragazzo che è stato trovato fuori a dormire è stato portato in pronto soccorso per ipotermia.

Intanto la Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta su un video circolato sulla piattaforma Tik Tok dove un influencer invitava a trovare fortuna all’Aquila, un posto dove si sta bene, così è stato definito il capoluogo. Video poi sparito ma la situazione è incandescente e, seppur non ci siano conferme, da qualche giorno in città si vedono controlli più accurati da parte delle forze
dell’ordine a bus e macchine in entrata in città.

 

Daniela Rosone: