Sono passati oltre sedici anni dal crollo della Casa dello Studente dell’Aquila, avvenuto durante il violento sisma nella notte del 6 aprile 2009 e che costò la vita a otto studenti
L’edificio, di proprietà della Regione Abruzzo e gestito dall’Adsu, cedette a causa di fragilità strutturali originarie. Le sentenze definitive hanno chiarito la responsabilità della Regione e dell’Adsu, ma i pagamenti a favore delle vittime e dei sopravvissuti non sono ancora stati effettuati.
«Le sentenze definitive hanno stabilito senza dubbi la responsabilità della Regione Abruzzo, condannata al risarcimento dei danni in solido con l’Adsu per le vittime e i sopravvissuti», ricorda l’avvocato Wania Della Vigna, che li assiste.
«A gennaio procederemo con il pignoramento presso terzi per circa tre milioni di euro», annuncia Della Vigna, «per recuperare le somme dovute alle vittime che ancora attendono giustizia». La presa di posizione dell’avvocato arriva dopo che la Regione ha autorizzato un pagamento di 708mila euro alla famiglia di uno degli studenti morti, ma nella delibera si legge che il provvedimento è stato deciso «al solo fine di evitare discredito e danni all’immagine della Regione».
«È sconvolgente – sottolinea Della Vigna – che un ente pubblico dichiari di pagare solo per proteggere la propria immagine. Non si tratta di donazioni, ma di risarcimenti dovuti per vite spezzate e sofferenze reali. Le sentenze vanno eseguite per obbligo di legge, non per calcolo mediatico».
L’avvocato ricorda inoltre come, a gennaio, fosse stato raggiunto un accordo con la Regione su un calendario di pagamenti che avrebbe dovuto chiudere tutte le posizioni entro l’anno. Dopo i primi pagamenti, però, l’ente non ha rispettato gli impegni, costringendo i legali a notificare quattro atti di precetto per oltre due milioni di euro.