I sindacati denunciano una serie di problemi all’interno dell’istituto penale per i minorenni San Francesco d’Assisi, all’Aquila. Ieri c’è stato un momento di confronto importante
Un rinvio dell’apertura. E’ quanto hanno chiesto, in poche parole, i sindacati dopo il confronto di ieri, nel quale sono emerse diverse problematiche all’interno dell’Ipm, da poco inaugurato nel capoluogo. I rappresentanti sindacali hanno incontrato i responsabili della struttura che ha ancora alcuni lavori che stanno per essere ultimati.
Erano presenti il dirigente del centro regionale per la giustizia minorile Antonio Pappalardo, Maria Taraschi direttrice della struttura aquilana, Iole Mattei comandante della Polizia Penitenziaria e per i sindacati diverse sigle: Sappe, Sinappe, Osapp, Uil, Uspp e Cisl.
I sindacati hanno stilato un documento per far emergere ciò che non va, sia dal punto di vista strutturale che organizzativo. Queste cose creano inevitabilmente problemi che mettono a rischio gli standard minimi di sicurezza, a tutela del personale e dei minori.
Il Provveditorato Opere Pubbliche oggi ha consegnato il fabbricato e domani è previsto l’arrivo del personale di Polizia Penitenziaria con un’altra data vicina, il 27 ottobre dovrebbero già arrivare i primi dieci detenuti minorenni.
Primo problema per le organizzazioni sindacali: la carenza di organico. A fronte delle 54 unità di Polizia Penitenziaria previste e a fronte delle oltre 60 unità richieste dal comandante, a regime ne entreranno 42 ma al momento risultano assegnate solo 30 unità o poco più.
Ci sono, inoltre, anche servizi essenziali non attivati e carenze evidenti nelle strutture, denunciano, nelle aree utilizzabili dai minori. Ovviamente i sindacati precisano che non sono contro l’apertura ma vogliono che le cose funzionino.
Anche la Federazione sindacati autonomi si unisce al coro e ha diffuso una nota in merito, condividendo le problematiche sin qui emerse. Il segretario nazionale Peppe Merola fa notare che, oltre alla carenza di organico rispetto al reale fabbisogno, c’è l’assenza di un piano organizzativo generale del lavoro e dei servizi, anche lui insiste poi sulle precarietà logistiche e strutturali. Ad esempio ancora non è stato attivato il servizio mensa, con ricorso ai buoni pasto. Si registra l’assenza di armeria, con carenze riscontrate pure nell’area detentiva. Alla luce di questo si chiede di mettere mano a tutto ciò con interventi riparativi, dal momento che l’arrivo dei primi detenuti è imminente.