Entro il 2050 più morti per infezioni da batteri multi resistenti a causa dell’abuso di antibiotici: l’allarme è del professor Grimaldi, primario di malattie infettive a L’Aquila
L’antibiotico resistenza rappresenta una minaccia che sta destando la massima attenzione a livello internazionale. L’Abruzzo prova ad affrontare il problema con iniziative di sensibilizzazione e corsi specifici realizzati con i fondi del Pnrr.
Il problema non riguarda solo l’ambito medico umano, visto che gli antibiotici vengono utilizzati in maniera abnorme, anche quando non necessaria, anche negli allevamenti intensivi ad uso alimentare.
“L’antibiotico resistenza rappresenta una grande minaccia: entro il 2050 ci saranno più morti legate alle complicanze di infezioni provocate da batteri multi resistenti, per le quali non ci sono cure efficaci, rispetto per esempio al cancro. Occorre dunque anche a livello territoriale prepararsi sin da ora organizzando corsi di formazione e momenti di conoscenza e confronto” spiega Alessandro Grimaldi, presidente dell’Ordine provinciale dei medici dell’Aquila, primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Salvatore e capo dipartimento medicina della Asl provinciale dell’Aquila, nonché segretario regionale del sindacato Anaao.
Il tema dell’antibiotico resistenza sarà al centro di un ciclo di convegni nazionali che si svolgeranno in Abruzzo già a partire dall’autunno e a cui sta già lavorando l’Ordine dei medici. Intanto, azioni concrete sono già in essere nella Asl provinciale dell’Aquila, finanziate dal Pnrr, come un corso di formazione del personale medico, a cura di Roberta Priore, coordinatrice infermieristica del reparto di Malattie infettive dell’Aquila.
“I corsi di formazione – spiega Grimaldi – hanno interessato già la metà dei dipendenti, e arriveremo alla totalità di essi entro il 2026. Importante è che tutto il personale abbia da questo punto di vista un approccio virtuoso, dal lavarsi le mani e altre accortezze igieniche, all’uso razionale e appropriato degli antibiotici, aspetto che richiede un’organizzazione più complessa all’interno dell’azienda, tenuto anche conto che per alcuni utilizzi occorre ad esempio la supervisione dell’infettivologo”.
Grimaldi aggiunge alcuni studi ipotizzano che la prossima pandemia potrebbe essere legata anche a un batterio per il quale non ci sono antibiotici efficaci.
“Purtroppo però sugli antibiotici la ricerca è un po’ statica, ogni tanto abbiamo delle nuove molecole, ma essendo una ricerca di lunga durata e tra le meno remunerative, le grandi case farmaceutiche preferiscono investire su altri farmaci, come quelli biologici, per malattie reumatiche, cardiache, sulla chemioterapia e il diabete”.
A questo proposito Grimaldi lancia un appello alla sanità regionale:
“Ci sono già a disposizione fondi che dovrebbero essere spesi per implementare la lotta all’antibiotico resistenza, ma essi devono essere utilizzati per questo, non messi nel calderone della spesa sanitaria complessiva. E’ necessario lavorare infatti ad una migliore organizzazione all’interno degli ospedali, e anche da parte dei medici di famiglia Nello stesso tempo occorre potenziare i programmi di ‘infection control’, cioè i rigorosi protocolli per prevenire, contenere e isolare la diffusione delle infezioni. Importante è anche il dar vita a programmi volti a diffondere un uso corretto e razionale delle terapie antibiotiche, perché spesso l’errore è dietro l’angolo e l’errore genera una resistenza del batterio, ovvero c’è il rischio di bruciare antibiotici efficaci per renderli inefficaci”.