L’Aquila, 78° anniversario dell’eccidio dei nove martiri

78 esimo anniversario dell’eccidio dei nove martiri aquilani oggi nel capoluogo con le celebrazioni di ricordo iniziate alle ore 9 all’interno della caserma Pasquali e proseguite poi nelle scuole. Era il 23 settembre del 1943 quando i ragazzi aquilani che avevano tutti tra i 18 e i 20 anni furono fucilati.

Bruno D’Inzillo, Bernardino Di Mario, Fernando Della Torre, Carmine Mancini, Giorgio Scimia, Francesco Colaiuda, Anteo Alleva, Sante Marchetti e Pio Bartolini. Questi i nomi dei nove martiri aquilani. Dopo l’8 settembre del 1943 si erano uniti ai partigiani che cercavano di respingere le truppe di occupazione tedesche. Per sfuggire ai rastrellamenti si erano rifugiati sulle montagne di Collebrincioni. Furono catturati dal contingente tedesco e condotti nella caserma Pasquali, dove furono costretti a scavarsi la fossa e dove vennero fucilati.

Nessuno informò le famiglie e, solo dopo la liberazione della città dell’Aquila, avvenuta il 13 giugno del 1944, i loro corpi furono rinvenuti e le loro spoglie ricomposte all’interno della scuola De Amicis. La città dell’Aquila ha dedicato una piazza ai Nove Martiri aquilani, nel cuore del centro storico, mentre un monumento funebre ne perpetua la memoria e l’esempio all’interno del Cimitero monumentale.

Alla cerimonia ha partecipato anche il sindaco Pierluigi Biondi assieme alle altre autorità. Non è la prima volta di Biondi perché nel 2019 parlò ai ragazzi durante una celebrazione provocando la polemica innescata dall’Anpi che bolló il discorso del sindaco come asettico e neutro e non pienamente rispettoso del sacrificio dei nove Martiri.

A fare gli onori di casa il comandante del Nono Reggimento Alpini il colonello Gianmarco Laurencig che ha fatto un discorso incentrato sul sacrifico di quei giovani come tanti altri da allora si sono sacrificati perdendo la vita per un ideale, per il loro paese. Alla cerimonia anche monsignor Antonio D’Angelo, vescovo ausiliare dell’arco diocesi appena nominato che ha invitato tutti a pregare per questi giovani che sacrificarono allora la propria vita per gli altri.

Biondi ha invece parlato all’Itis ricordando uno studente. In un passaggio del suo discorso ha detto : “I nove martiri erano dei ragazzi della vostra età e la vicenda che li ha riguardati li ha cristallizzati nella loro bellezza di giovani che con un istinto ribelle intenso in senso positivo decisero di combattere una battaglia che non si erano scelto perché non volevano morire”.