Riceviamo e pubblichiamo la denuncia dell’Associazione Politico Culturale “Radici in Comune” sul degrado della Riserva Dannunziana a Pescara
“Non servono più parole per descrivere lo scempio che si consuma quotidianamente alla Riserva Naturale Regionale Dannunziana. Le immagini parlano da sole: decine di automobili parcheggiate tra i pini, su terreno sterrato, in quella che dovrebbe essere un’area naturale protetta. Un parcheggio selvaggio che si estende per centinaia di metri quadrati, dove ogni albero diventa un “posto auto” e ogni spazio verde un’opportunità di sosta gratuita”.
DA SCORCIATOIA A PARCHEGGIO: L’ESCALATION DEL DEGRADO – “Se solo pochi mesi fa, a maggio 2025, avevamo documentato l’uso della Riserva come scorciatoia abusiva – con automobilisti che spostavano cartelli e birilli per creare “una pista da safari urbano” tra i pini – oggi assistiamo a una degenerazione ancora più grave e sistematica. Non si tratta più di “risparmiare qualche secondo”, ma di una vera e propria occupazione permanente dell’area protetta. Le immagini mostrano una realtà grave: auto in sosta tra gli alberi, come se ci trovassimo in un normale parcheggio cittadino: un museo dell’inciviltà che ha sostituito la biodiversità con la lamiera”.
IL DANNO È SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI – “C’è un ecosistema sotto assedio e senza gestione: il terreno compattato dai pneumatici, l’erba secca calpestata, i rifiuti abbandonati tra le radici dei pini. Ogni auto parcheggiata rappresenta metri quadrati di suolo degradato, ogni passaggio un danno irreversibile all’equilibrio di un’area che dovrebbe essere santuario della natura urbana. Ecco la “Riserva Parking”, con cui Pescara colleziona primati negativi che la rendono un caso di studio internazionale su come NON gestire il patrimonio ambientale.
Di fronte a questa flagrante violazione, sono necessari dissuasori fisici che impediscano questo scempio quotidiano. Le immagini mostrano un’occupazione talmente sistematica da apparire quasi autorizzata, come se parcheggiare in una riserva naturale fosse un diritto acquisito. Non bastano più gli appelli alla civiltà quando la mancanza di civiltà è diventata norma quotidiana. Servono azioni concrete, immediate, senza sconti per nessuno.
“Non possiamo più tollerare che la Riserva Dannunziana venga trattata come un parcheggio di periferia. Ogni auto che vediamo tra questi pini è una offesa a chi crede in una città sostenibile e rispettosa dell’ambiente.”
LA RISERVA CHE NON C’È PIÙ – Esiste ancora una Riserva Naturale Dannunziana? O quello che vediamo è solo un’area verde degradata, trasformata in parcheggio abusivo dall’indifferenza collettiva e dalla mancanza di controlli? Tra le auto parcheggiate sotto i pini, della riserva naturale è rimasto solo il nome. Il resto è diventato un simbolo della Pescara che non vogliamo, quella dove il bene comune viene sacrificato sull’altare della convenienza personale: il parcheggio della propria auto”.