“Io perseguitato dallo Stato dell’Azerbaijan”

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Ingegnere pescarese si dice “perseguitato dallo stato dell’Azerbaijan” per una vicenda che lo vede coinvolto ma da cui si professa assolutamente estraneo.

Si sente vittima di una ingiustizia che gli ha cambiato la vita e vorrebbe le istituzioni italiane al suo fianco: Marco Di Giacomo è un ingegnere pescarese di 40 anni la cui carriera fuori dall’Italia è stata bruscamente interrotta, dopo dieci anni. Nel 2013, lavorava in Arzebaijan come project manager e ha saputo “per caso” di un provvedimento di cattura internazionale nei suoi confronti relativo a una evasione nel pagamento delle tasse da parte della stessa azienda per la quale lavorava. Ritiene di essere stato coinvolto ingiustamente nell’inchiesta e assicura di non avere alcuna responsabilità. C’è una interrogazione del Movimento 5 Stelle e se è arrivata la risposta del ministro Gentiloni allo stesso D’Alfonso, Di Giacomo afferma che la transazione che “gli hanno fatto firmare non evidenzia la sua assoluta estraneità ai fatti”. Per questo chiede un incontro ai ministeri competenti, più volte sollecitato e mai ottenuto, e denuncia il suo stato di indigenza, ormai da due anni senza lavoro, con l’impossibilità di recarsi all’Estero, c’è un mandato di cattura dell’Interpool, e di poter praticare la sua professione. La definisce una vicenda assurda che gli ha cambiato la vita e che chiede giustizia, una volta per tutte.

Il servizio del Tg8