In Abruzzo il conto dei danni da fauna selvatica è salato

In Abruzzo ammonta a circa 3 milioni di euro all’anno la stima dei danni all’agricoltura e gli incidenti causati dalla fauna selvatica

Alla Regione Abruzzo, ogni anno, arrivano conti salati per danni all’agricoltura da fauna selvatica, ma se i primi si pagano in base alle disponibilità finanziarie, i secondi, se si arriva a sentenza di condanna, si devono pagare per forza. Per il 2023 le somme stanziate ammontano a quasi un milione di euro, una parte riservata esclusivamente a risarcire i danni causati dagli animali protetti al fine di migliorare la convivenza e ridurre la conflittualità, circa 100 mila euro.

Per il risarcimento degli incidenti stradali l’amministrazione ha stipulato polizze con società del settore che coprono la Regione dal rischio di un risarcimento diretto. Per le spese connesse (premio e pagamento delle franchigie) la Regione spende annualmente circa 1 milione e 400 mila euro. Per gli incidenti, al costo delle polizze deve aggiungersi quanto dovuto per la soccombenza in giudizi instaurati in periodi nei quali non era attiva l’assicurazione, importo di difficile quantificazione.

Sono dati forniti dagli uffici regionali. La stessa Regione precisa che affermare che l’Ente abbia una responsabilità sostanzialmente equivalente a quella del proprietario di animali domestici o in cattività è un assurdo giuridico perché la fauna selvatica è per sua natura libera di muoversi sul territorio, senza confini.

Gli animali che principalmente causano incidenti stradali e danni alle colture agricole sono i cinghiali, ma in alcune zone del territorio abruzzese sta crescendo sempre di più la presenza di cervi e caprioli. Gestire la fauna selvatica non è semplice, ma si sta facendo molto per cercare di contenerla: il prelievo selettivo del cinghiale è attivo tutto l’anno ed è stato esteso anche di notte.

I numeri dei cinghiali abbattuti, grazie all’attenzione della Regione e la collaborazione della Polizia Provinciale e dei selecacciatori volontari è in costante aumento: nel bimestre luglio agosto 2023 sono stati prelevati 1.335 capi. I cinghiali prelevati nella stagione venatoria 22-23 ammontano ad oltre 12.100 capi.

La Regione inoltre sta predisponendo il piano per la gestione dei cervi e dei caprioli che si auspica possa essere attivo all’inizio del 2024.

Il tema è tornato di attualità dopo la sentenza che attribuisce alla regione il compito di dover pagare 400.000 euro a un motociclista rimasto ferito in un incidente con un cervo, nel 2018: per il giudice l’incidente non fu fortuito ma si poteva evitare. Si contesta il fatto che il giudice tiri in ballo solo la Regione e non Anas e Provincia, come se i i cervi liberi fossero di proprietà della Regione stessa. L’avvocatura probabilmente si opporrà a questo principio. Anche l’assessore all’agricoltura Emanuele Imprudente spiega che la problematica è enorme e che loro stanno facendo davvero di tutto per mettere riparo a queste situazioni.

IL SERVIZIO DEL TG8