Impianti Prati di Tivo e Prato Selva, rigettato ricorso del gestore

Impianti di risalita Prati di Tivo e Prato selva: la Corte d’Appello dell’Aquila rigetta il ricorso del gestore Marco Finori

Il Collegio giudicante della Corte d’Appello dell’Aquila ha dichiarato inammissibile il nuovo ricorso dell’ex gestore e custode giudiziale degli impianti di Prati di Tivo e Prato Selva, Marco Finori, che aveva chiesto un nuovo sequestro giudiziario del ramo d’azienda della Gran Sasso Teramano (Gst).

Finori dovrà riconsegnare le attrezzature, in attesa del giudizio di merito previsto per il 16 dicembre. La Gst si prepara a rientrare in possesso degli impianti di risalita delle due stazioni sciistiche. Finori avrebbe dovuto riconsegnarli il 18 ottobre scorso, invece si è rivolto alla Corte d’appello per chiedere, con carattere d’urgenza, un nuovo sequestro del ramo d’azienda della società pubblico-privata in liquidazione, e di conseguenza di tornare a essere nominato gestore e custode degli impianti.

Il commento dei liquidatori della Gran Sasso Teramano, Piergiorgio Passerini, Giorgio D’Ignazio e Valerio Ferro:

“Considerate le vicende degli ultimi due anni diciamo che siamo moderatamente ottimisti, ma in attesa di una sentenza di merito e definitiva che attendiamo per i prossimi mesi (il 16 dicembre si avvia il giudizio di merito ndr). Quello sul quale non perderemo, invece, un minuto di tempo sarà rientrare in possesso dopo sei anni, attraverso il ricorso ad un ufficiale giudiziario, di un bene pubblico del quale non conosciamo lo stato.

Anni che hanno ostacolato progetti di rilancio e cambiamento. Per quanto ci riguarda i nostri obiettivi sono chiari: tutela del bene, tutela dei creditori, rilancio della stazione sciistica attraverso una operazione che intende porre questo patrimonio nelle mani di seri imprenditori privati. Unico orizzonte possibile, quello che consente di restituire un ruolo strategico agli impianti e una prospettiva al Gran Sasso teramano. La compagine societaria pubblica, come già dichiarato in più di una occasione, farà la sua parte, noi la nostra ma tutte e due, oggi, andiamo nella stessa direzione”.

I liquidatori hanno ringraziato gli avvocati Pietro Referza e Divinangelo D’Alesio.

La Corte d’Appello dell’Aquila, riunita in un collegio giudicante presieduto da Nicoletta Orlandi, ha rigettato il ricorso ritenendolo inammissibile:

“…per la concessione del sequestro non è sufficiente la mera prospettiva di una controversia sulla proprietà e il possesso… la sussistenza del fumus della pretesa del ricorrente deve essere esclusa alla luce delle argomentazioni svolte dal giudice di primo grado che non appaiono inficiate da errori”.

In un altro passaggio il Collegio sottolinea che “l’appellante… non chiarisce se sarebbe disposta alla stipula del contratto e a quali condizioni… né l’appellante ha manifestato nel presente giudizio la volontà alla stipula della polizza fideiussoria richiestale dalla controparte”.