Anche Rete8 ha dato impulso al patto di amicizia tra Teramo e Longarone, nel segno degli acrobati delle dighe, molti dei quali abruzzesi, e in ricordo delle vittime del Vajont
Capita talvolta, nel raccontare la cronaca, di imbattersi in una storia speciale, di quelle che si ha voglia di far conoscere a tutti. E capita anche che tra quei “tutti” che la ascoltano o la leggono ci sia qualcuno che, come noi, ne sia rimasto così colpito da volerle dare un seguito importante, addirittura istituzionale.
Del resto la storia in questione, raccontata nel 2018 in un servizio di Rete8, era potente di suo, poiché svelava il legame profondo che unisce l’Abruzzo alla memoria del disastro del Vajont.
“Il servizio da voi realizzato – ci scrive Di Antonio – ha avuto un ruolo significativo nel rafforzare l’attenzione pubblica e istituzionale su questo tema, contribuendo all’avvio dell’iter che ha portato alla firma del Patto”.
Per documentare questo momento e raccontarne il significato, Di Antonio ha anche realizzato un episodio speciale del progetto “Voce del Vajont” (https://youtu.be/vM_tB6YNWGE).
Il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto e il primo cittadino di Longarone Roberto Padrin il 22 maggio hanno sottoscritto il patto di amicizia tra il Comune di Teramo e il Comune di Longarone.
La cerimonia si è tenuta nella sede del Comune veneto, dopo la visita commemorativa al cimitero monumentale delle vittime del Vajont.
Non un mero atto formale, come hanno evidenziato entrambi i sindaci, ma l’unione tra due comunità connesse da un forte legame. Teramo e Longarone hanno gettato le basi per una cooperazione duratura in campo socio-culturale e nella formazione dell’attività di protezione civile.
A promuovere la firma del patto è stato proprio il teramano Andrea Di Antonio, che vive da tempo in Inghilterra e che da anni si dedica alla valorizzazione della memoria storica legata al disastro del Vajont e al profondo legame tra l’Abruzzo e la comunità di Longarone. Iniziativa che i due Comuni hanno accolto con convinzione fin dal primo momento.
“Teramo e l’Abruzzo hanno sempre avuto un forte legame con la comunità di Longarone – ha detto il sindaco D’Alberto nel suo intervento – a partire dall’importante contributo che molti operai abruzzesi, conosciuti come acrobati delle dighe, diedero alla costruzione dell’importante infrastruttura. Un legame che si è ulteriormente consolidato nel corso del processo, con i primi due gradi che si svolsero al Tribunale dell’Aquila, e mantenuto vivo anche grazie alla presenza, sul nostro territorio, di una importante sezione degli alpini, che rappresentarono uno dei corpi maggiormente impegnati nelle operazioni di soccorso a Longarone. Una realtà con la quale io stesso ho un legame personale fin da bambino, segnato dai racconti di mio padre che all’epoca del disastro del Vajont si trovava a Belluno per il servizio militare”.
Il primo cittadino, che ha evidenziato come il Patto di amicizia tra le due città si sostanzi anche “per la resilienza che accomuna le nostre comunità”, con l’Abruzzo e Teramo che a fronte delle calamità affrontate negli anni “stanno oggi vivendo un periodo di ricostruzione e rigenerazione dei territori”. D’Alberto ha infine evidenziato l’importanza di strumenti come i patti di amicizia e i gemellaggi per superare le barriere ed unire le popolazioni.
“Per la comunità di Longarone, stringere patti di amicizia con realtà geograficamente lontane ma che si sono dimostrate particolarmente vicine rappresenta un momento estremamente significativo – ha commentato il sindaco di Longarone Roberto Padrin – per questo ringrazio il sindaco Gianguido D’Alberto, il consigliere comunale di Teramo Flavio Bartolini, Andrea Di Antonio e la nostra consigliera delegata Piera Del Vesco per questa giornata. La tragedia del Vajont, che ha toccato la nostra terra in maniera drammatica e forte portando morte e distruzione, ci ha permesso, nei momenti successivi, di costruire tantissimi rapporti di amicizia e affetto con diverse comunità che si sono dimostrate solidali e che ci hanno aiutato a ripartire e a ricostruire il nostro tessuto sociale. Oggi, con la città di Teramo, che ha vissuto anch’essa situazioni difficili, anche se con una genesi diversa, siamo qui a firmare questo patto e a condividere la memoria di una tragedia che i nostri amici hanno potuto toccare con mano, visitandone i luoghi simbolo”.
L’intervento del ricercatore Andrea Di Antonio:
“Lo scorso settembre ero qui, in questa sala, come semplice cittadino abruzzese, spinto dalla volontà di rinnovare quel legame sincero che unisce le nostre comunità – ha detto Di Antonio – per l’occasione, come gesto simbolico, feci realizzare una medaglia che consegnai all’Amministrazione di Longarone e ricordai come il legame tra Teramo e Longarone si sia rafforzato nel tempo anche grazie al lavoro del giudice Mario Fabbri di cui oggi, come ricordava il sindaco Padrin, abbiamo l’onore di avere qui la figlia Antonella. Proprio a settembre espressi l’auspicio che quel semplice gesto personale potesse essere il seme di qualcosa di più grande, di un legame duraturo tra istituzioni. Oggi, a soli otto mesi, quel desiderio prende forma e non posso che esprimere la mia più profonda gratitudine al sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto per la sensibilità e la determinazione con cui accolto la mia proposta e il Sindaco di Longarone insieme alla sua Amministrazione per aver accolto la medaglia che ho voluto donargli e per aver sostenuto il percorso che ci ha portato a questo patto”.
La promozione dell’opera di Andrea Di Antonio, dalla quale è partito l’iter per la sottoscrizione del patto di amicizia tra i due Comuni, ha visto l’impegno anche della consigliera comunale di minoranza Maria Cristina Marroni, che dopo aver preso parte a una presentazione del libro di Di Antonio sul Vajont ha contribuito ai primi contatti tra quest’ultimo e l’Amministrazione comunale.
La giornata, che ha visto la partecipazione anche del consigliere comunale Flavio Bartolini, in rappresentanza anche della Provincia di Teramo, ha rappresentato anche l’occasione per avviare le prime collaborazioni tra i due Comuni, che interesseranno innanzitutto le scuole, sia dal punto di vista della promozione culturale della memoria condivisa sia per quanto riguarda lo sviluppo di scambi formativi sulle attività dei rispettivi istituti di eccellenza del territorio.