Guardiagrele: barriere architettoniche al Centro per l’impiego

Inaugurato solo qualche tempo fa il Centro per l’impiego di Guardiagrele andrebbe subito chiuso, stando alla segnalazione di un ragazzo disabile di totale inaccessibilità per le persone portatrici di handicap.

Lorenzo Torto, non nuovo a queste battaglie, ha già inviato una nota di protesta al Presidente della Regione Marsilio e per conoscenza alla Prefettura di Chieti, al Comune di Guardiagrele e al Direttore Generale della Regione Abruzzo, per segnalare che la sede di Guardiagrele del Centro per l’impiego, in Via San Francesco 8, è totalmente inaccessibile per le persone disabili, vista la mancanza di WC per disabili e visitatori; le porte interne ed esterne all’edificio non sono conformi alle norme vigenti in materia di sicurezza; manca una rampa per l’accesso di persone disabili con relativa cartellonistica;  sempre secondo le normative vigenti il varco libero di uscita dell’unica porta di accesso/uscita deve avere larghezza non inferiore ad 80 centimetri; nei locali destinati ad archivio cartaceo deve essere previsto un carico d’incendio massimo di 500 MJ/mq. Inoltre gli stessi locali destinati ad archivio devono essere separati dai locali non pertinenti l’attività di cui trattasi mediante strutture e porte resistenti al fuoco. Deve essere realizzato un impianto automatico di rilevazione e segnalazione d’allarme d’incendio in conformità alle indicazioni della norma UNI 9795. Deve essere realizzato un impianto di illuminazione di sicurezza avente i requisiti di conformità alle indicazioni della norma UNI EN 1838. L’impianto elettrico deve essere adeguato in conformità alle normative CEI. Il piano di emergenza deve prevedere specifiche procedure per l’assistenza nei casi di incendio alle persone diversamente abili con ridotte capacità motorie e sensoriali presenti nei locali.

“Infine barriere architettoniche ovunque, nessuna tutela per le persone con disabilità – scrive ancora nella missiva Lorenzo Torto – Tale situazione è inaccettabile. Vorrei personalmente – conclude Torto – che tutti i cittadini italiani vivessero la mancata accessibilità non come una scortesia verso un disabile, ma come un oltraggio a se stessi, un’offesa alla cittadinanza tutta.”