Fondi periferie, i Comuni di Pescara e Chieti pronti alla carta bollata

Sono pronti alla mobilitazione e ad adire le vie legali i Comuni di Pescara e Chieti contro il provvedimento che sospende l’erogazione dei fondi per le periferie.

I sindaci di Pescara e di Chieti Marco Alessandrini ed Umberto e Di Primio, che è anche vice presidente nazionale dell’Anci, fanno il punto sui progetti e sulla mobilitazione istituzionale sui fondi per le periferie sospesi dal Governo, alla presenza  di una rappresentanza dell’esecutivo del Comune di Teramo, ricordando quanto siano importanti i finanziamenti relativi al bando di riqualificazione delle periferie indetto due anni fa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sono pronti alla mobilitazione contro il provvedimento di sospensione votato dal Senato e anche ad adire le vie legali poichè evidenziano “illegittimità e violazioni delle norme civilistiche”. La sospensione riguarda 96 comuni italiani che rischiano di perdere 1 miliardo e 600 milioni di euro, 30 milioni dei quali destinati a Pescara e Chieti dove il Comune aveva già avviato lavori in piazza San Giustino sapendo di poter contare sui fondi.

Per i Sindaci è inimmaginabile privare il territorio e le piccole e medie imprese che lo abitano di investimenti  importanti, accordati già da tempo, in una situazione come quella attuale in cui la ripresa stenta e gli imprenditori hanno assoluta necessità di opportunità per ripartire. La richiesta di ripristino dei fondi del bando periferie, le cui convenzioni erano previste nel decreto Milleproroghe, sospese nel frattempo dal Governo, è volta a scongiurare che venga persa un’occasione di riqualificazione dell’economia e dell’occupazione.

Il sindaco Di Primio ha sottolineato che “si tratta di difendere gli interessi dei cittadini e anche dell’Italia visto che si tratta di 96 comuni che a causa di questo scellerato provvedimento votato in Senato, rischiano di non vedersi finanziati lavori che servono per migliorare la qualità della vita dei cittadini e rendere le città più vivibili, e migliorare le infrastrutture esistenti. Questa è una battaglia nazionale che ci vedrà domani in audizione alla Camera per dire che perde l’Italia se il provvedimento passerà anche all’esame della Camera stessa. Tra l’altro questo provvedimento presenta elementi di illegittimità costituzionale e anche sotto il profilo del diritto civilistico perché c’è anche una convenzione sottoscritta con lo Stato, per cui andremo avanti in questa battaglia perché con l’accordo firmato, abbiamo onorato la sottoscrizione con dei lavori che abbiamo già onorato, per cui chiediamo di avere ora certezze sul futuro. Abbiamo fatto opere per cui se poi non ci sarà la copertura finanziaria su queste opere qualcuno dovrà risponderne”.

Il sindaco Alessandrini ha detto: “Bando ai campanilismi, Pescara e Chieti si uniscono, assieme ad altre città italiane per scongiurare la sospensione votata dal Senato del bando di riqualificazione delle periferie indetto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri due anni fa. Si tratta di un vero e proprio scippo istituzionale che è sotto gli occhi di tutti. I fondi delle periferie tanto agognati, per cui i comuni hanno fatto,i compiti a casa, arrivati all’ultimo miglio, sono stati congelati. Per questo è necessaria una mobilitazione di tutti i comuni italiani. Oggi siamo in conferenza qui in aeroporto, domani saremo a Roma con la delegazione Anci che verrà ascoltata in Commissione Bilancio alla Camera perché c’è la necessità di far tornare indietro il Governo su un provvedimento del genere, e su un emendamento scippo che grida vendetta perché noi abbiamo bisogno di quei fondi subito e questi fondi non rappresentano una graziosa concessione, ma sono il frutto di un confronto competitivo con il Governo. Nel dicembre dello scorso anno sottoscrivemmo con altri sindaci un contatto a Palazzo Chigi con il Presidente del Consiglio e questo contratto è stato registrato dalla Corte dei Conti che è il massimo organismo contabile dello Stato. Si parla tanto di recuperare fiducia con i cittadini, ma se lo Stato è il primo che torna indietro sui suoi passi, evidentemente c’è qualche problema. Voglio solo dire che sono 25 milioni gli italiani interessati da questi progetti”.

 

 

 

 

Gigliola Edmondo: