Femminicidio Manoppello, il legale di Mancini: “Si poteva evitare”. Domani lutto cittadino

Dopo la convalida dell’arresto per l’omicidio della ex moglie Cleria a Lettomanoppello, parla il legale dell’accusato Antonio Mancini: “Si poteva evitare”. Domani lutto cittadino nel giorno del funerale

Lutto cittadino domani, mercoledì 15 ottobre, a Lettomanopppello, in concomitanza con i funerali di Cleria Mancini: lo ha disposto il sindaco, Simone D’Alfonso, “in segno di profondo cordoglio e partecipazione al dolore che ha colpito la famiglia. Le esequie verranno celebrate alle 16:30 nella chiesa della Beata Vergine.

Secondo il legale di Antonio Mancini, l’uomo in carcere per l’omicidio dell’ex moglie Cleria e il tentato omicidio del nipote 12enne, la tragedia si poteva evitare. L’avvocato, nell’intervista rilasciata al Tg8 (nella foto con la giornalista Antonella Micolitti davanti al tribunale di Pescara), parla di numerosi segnali di estrema tensione tra il suo assistito e la famiglia, in particolare il figlio.

“Si poteva evitare, i segnali della tensione c’erano stati ” dice l’avvocato Pellegrini, in pratica confermando le affermazioni del gip Francesco Marino che ieri ha convalidato l’arresto di Mancini: “Nutriva un profondo e radicato disprezzo verso la famiglia del figlio” ha scritto il giudice. Nel provvedimento di convalida si parla anche di una “volontà omicida non soltanto nei confronti della moglie (nella foto a lato), ma anche verso gli altri componenti della famiglia”.

Non solo: Marino, sempre nell’ordinanza di convalida, ha anche scritto che gli elementi a disposizione inducono a ritenere “sussistente la volontà dell’indagato di tentare di sterminare la restante famiglia del figlio”.

Sembra ormai deciso che l’avvocato di Mancini, Luca Pellegrino, chiederà la perizia psichiatrica. Il 69enne (nella foto a lato) è accusato dell’omicidio dell’ex moglie Cleria Mancini, 66 anni, e del tentato omicidio del nipote 12enne, avvenuti nel pomeriggio di giovedì 9 ottobre a Lettomanoppello, nel Pescarese. Ma oltre all’omicidio dell’ex moglie e al tentato omicidio del nipote 12enne, aggravati perché commessi nei confronti di familiari, dovrà rispondere anche di minaccia e resistenza a pubblico ufficiale in quanto, prima di essere bloccato, avrebbe sfidato anche i militari invitandoli a “uscire allo scoperto” e a “avvicinarsi a lui”.

Antonio Mancini, pur essendosi avvalso della facoltà di non rispondere, nel corso dell’udienza di convalida ha sostenuto di non ricordare l’accaduto perché si era “ubriacato dopo essere stato
provocato verbalmente e picchiato dal figlio”.

Il nipote 12enne, ascoltato subito dopo i fatti, ha spiegato di essere uscito con la nonna e i loro cani. Mentre stavano tornando a casa è arrivato Mancini che, a bordo del suo veicolo per disabili, ha iniziato a importunarli “mediante continue minacce del tipo ‘vi uccido tutti’. Il ragazzo ha poi riferito di essere sicuro che il nonno avesse sparato un secondo colpo di pistola nei suoi confronti, “poiché lo vide rivolgere l’arma nella sua direzione”.
La volontà di uccidere il nipote, ha scritto il gip, è dovuta al “forte risentimento nei confronti del figlio, che il padre voleva sfogare colpendo il discendente negli affetti più profondi”.

 

 

Marina Moretti: