Nathan ritira le chiavi della nuova casa: “Grazie a tutti”

I genitori della “famiglia nel bosco”, Nathan e Catherine, hanno accettato temporaneamente un casolare nel bosco di Palmoli, offerto gratuitamente da un ristoratore di Ortona, originario del paese. Nuovo comunicato dei legali

Il padre dei tre bambini allontanati dal Tribunale dei minori dell’Aquila, si è recato nella struttura, situata sempre nell’area verde palmolese, e – come racconta il proprietario – è rimasto molto impressionato dalla residenza autonoma immersa nella natura con almeno due ampie stanze di cui una cucina, un pozzo dove poter prelevare l’acqua, il bagno a secco e locali per gli animali. “È rimasto molto affascinato dalla casa – dichiara all’ANSA Armando Carusi (nella foto), proprietario del casolare -. Non ha fatto in tempo a vedere l’esterno che è la parte più bella: c’è una fonte con la sorgente. Un posto unico”.

“Grazie, grazie a tutti. Ho fiducia nei giudici ma non ho altri commenti da fare in questo momento”. Queste le parole, lette su un bigliettino di carta, con cui Nathan Trevallion, il papà della ‘famiglia nel bosco’, ha voluto ringraziare il ristoratore di Ortona, Armando Carusi, che gli ha consegnato le chiavi del casolare offerto in comodato gratuito. “Nathan felicissimo e noi più di lui – le parole di Carusi -. Ha preso le chiavi. Domani arriverà lì e, penso presto, anche la moglie con i bambini. È andato tutto bene, me l’aspettavo anche se ieri non ne ero completamente sicuro. Oggi abbiamo definito tutto”. La casa di “Nonna Gemma” era piaciuta da subito a Nathan, così come anche gli attrezzi in legno antichi presenti all’interno. La residenza è nel bosco di Palmoli, non troppo lontano da dove si trova la sua masseria. È composta da almeno due stanze grandi, il camino in ogni ambiente, il bagno a secco, un pozzo all’esterno, un ambiente incontaminato con una fonte
naturale e una sorgente. Nella giornata di domani, Nathan si trasferirà nella nuova casa.

Il ristoratore vive ad Ortona, sul litorale abruzzese, ed ha offerto in comodato gratuito la struttura appena ristrutturata per permettere alla famiglia di riunirsi in un ambiente di loro gradimento che permetterà loro di continuare lo stile di vita che prediligono. “È la casetta dove sono nato e dove ho vissuto con i mei genitori che ora non ci sono più – prosegue Carusi -. Da piccolo con la mia famiglia abbiamo fatto la vita che Nathan e Catherine stanno facendo ora: senza riscaldamento e per questo ogni camera ha un camino. C’è anche l’acqua corrente. L’avevo ristrutturata per una locazione turistica. Non mi scandalizzo dello stile di vita della famiglia nel bosco perché l’ho vissuta anche io da piccolo”.

“Nathan è rimasto colpito anche da alcuni attrezzi in legno antichi presenti in cucina – conclude il ristoratore -. C’è anche la possibilità di filare la lana come si faceva una volta. E questo gli è piaciuto moltissimo. È un appassionato di queste cose. Oggi ho inviato molte foto a Nathan dell’esterno che ha condiviso con la moglie Catherine. Mi ha detto che è bastato quello che ha visto. L’interno gli è piaciuto moltissimo”.

NUOVO COMUNICATO DEI LEGALI: “NESSUN PASSO INDIETRO” -LA NOTA DEGLI AVVOCATI FEMMINELLA E SALINAS. “OK ALLA ABITAZIONE OFFERTA TEMPORANEAMENTE”

“Nella giornata di ieri abbiamo provveduto al deposito del reclamo avverso l’ordinanza del Tribunale per i Minorenni che ha disposto l’allontanamento dalla casa familiare dei bambini Trevallion Birmingham.

La presentazione del gravame muove, di certo, dalla improcrastinabile necessità di instare per la revoca dell’ordinanza ma, parimenti, dalla doverosa contestualizzazione di passaggi chiave sottesi ad una corretta lettura di una vicenda che, a tratti, è stata, purtroppo, oggetto di strumentalizzazioni speculative.

Il reclamo ha consentito oggi, per la prima volta, di rappresentare in maniera tecnica e particolareggiata, le argomentazioni relative agli aspetti ritenuti pregiudizievoli per i minori: in maniera semplificata, quand’anche qui non esaustiva, abbiamo avuto modo di dedurre sulle questioni igienico sanitarie, oggetto di presentazione di Scia, che saranno risolte, a breve, mediante interventi tecnici mirati così come una minuziosa analisi della vita dei minori e del metodo dell’unschooling ha consentito di chiarire che non vi è mai stata una deprivazione del rapporto tra pari.

Catherine e Nathan hanno sempre, e solo, avuto a cuore il bene dei loro figli e la scelta di vivere nella loro casa di Palmoli, ed in via più generale di crescere i loro bambini in un’ottica di potenziamento di valori non stereotipati, lungi dall’essere frutto di una negligente approssimazione educativa era, ed è, espressione di una filosofia di vita in cui hanno creduto e continuano fermamente a credere.

Nondimeno, è innegabile che la vicenda è stata ammantata di criticità legate ad una puntuale interpretazione di segmenti processuali che, se correttamente individuati e chiariti, avrebbero potuto condurre, sin da subito, ad un approdo diverso.

Questa è la ragione per cui i nostri assistiti si sono determinati a revocare il precedente difensore.

Ulteriore passaggio che, nostro tramite, intendono definitivamente chiarire. Non vi è stata alcuna rinuncia ma revoca. Ciò posto ci auguriamo che chiuso il capitolo delle dichiarazioni illegittime, l’attenzione si limiti alla convergenza di forze per ottenere il ricongiungimento familiare.

Da ultimo, i genitori hanno deciso, pur di ovviare alle criticità igienico sanitarie riscontrate, di accettare per il tempo necessario all’attuazione delle migliorie abitative richieste, un immobile offerto da un privato cittadino. Nessun passo indietro ma un passo avanti che consente di tornare a vivere secondo il proprio credo e la propria voglia di libertà”.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.