A proposito della copertura giornalistica delle notizie sulla famiglia nel bosco, la Garante Minori Abruzzo Alessandra De Febis parla di violazione della Carta di Treviso
Per la De Febis il diritto alla riservatezza dei minori deve prevalere sul diritto di cronaca, mentre in questo caso si sarebbe superato il limite previsto dalla Carta di Treviso, dedicata appunto ai diritti dei minorenni.
“La Carta di Treviso è chiara: in presenza di minori, il diritto alla riservatezza deve prevalere sul diritto di cronaca e di critica. Eppure, in questi giorni, si è assistito a una presenza massiccia e invasiva di giornalisti, dotati di strumenti altamente professionali, capaci di realizzare immagini persino all’interno di una casa protetta che ospita anche altri minori. – ha detto la Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Abruzzo – Fotografie e riprese diffuse sui media hanno avuto conseguenze dirette sulla vita quotidiana di bambini estranei alla vicenda, costretti a rinunciare al gioco
all’aperto per evitare di essere fotografati. È fondamentale ricordare che i tempi della giustizia ei tempi mediatici sono
profondamente diversi. La pressione costante dell’informazione rischia di alterare la percezione dei fatti e di produrre uno sbilanciamento mediatico evidente rispetto ad altri casi, altrettanto delicati, che riguardano minori, ma che non ricevono la stessa attenzione. Se l’obiettivo è davvero quello di aiutare questa famiglia e di tutelare i bambini e gli adolescenti coinvolti – aggiunge De Febis – è necessario un cambio di approccio: più rispetto, più silenzio, più responsabilità. E, qualora si ritenga necessario intervenire nel dibattito pubblico, la parola dovrebbe essere affidata a chi conosce realmente i fatti, evitando giudizi personali, semplificazioni e narrazioni strumentali”.
In un altro passaggio la Garante aggiunge:
“Da troppo tempo si assiste a una narrazione continua, spesso non supportata da una reale conoscenza dei fatti,
caratterizzata da prese di posizione estreme e da informazioni non verificate. Si continua a parlare dei bambini, delle loro
condizioni di vita, del loro passato, di presunti aspetti sanitari e scolastici, arrivando a costruire interi articoli e
servizi televisivi su notizie rivelatesi inesatte, come nel caso dell’iscrizione scolastica. È lecito domandarsi – sottolinea ancora – quanto tutto questo risponda realmente all’interesse superiore dei minori. Bambini e adolescenti che, da settimane, vengono esposti su tutte le principali testate giornalistiche e nei notiziari nazionali, trasformati in oggetto di una narrazione che sembra puntare più sull’impatto emotivo e sull’attenzione dell’opinione pubblica che sulla loro tutela, serenità e riservatezza.
La Garante infine richiama alla responsabilità collettiva i media, le istituzioni, i commentatori e l’opinione pubblica:
“Quando si parla di minori e adolescenza, la tutela dei diritti, della dignità e della riservatezza deve rimanere il punto fermo e imprescindibile. Il rispetto, in questi casi, è la prima e più concreta forma di protezione”.