La permanenza dei tre bimbi della famiglia nel bosco nella struttura del Vastese dipenderebbe dalla rigidità educativa dei genitori: disposta perizia. Intanto i neorurali arrivano a Palmoli
Sarebbe l’atteggiamento dei genitori, in particolare della madre Catherine Birmingham, alla base della decisione del Tribunale dei minori di L’Aquila di tenere ancora i tre bambini nella casa-famiglia. Per la coppia genitoriale dei tre bimbi è stata disposta una apposita perizia psico-diagnostica.
Al centro della decisione del Tribunale dunque ci sarebbe la rigidità educativa della coppia, ritenuta incompatibile con un percorso condiviso con operatori e servizi sociali. Nathan Trevallion e Catherine Birmingham sarebbero ritenuti poco flessibili e scarsamente collaborativi, per questo, prima di valutare un eventuale rientro dei figli in famiglia, i due dovranno sottoporsi all’esame.
La madre, Catherine Birmingham, 45 anni, di origine australiana, continuerebbe a imporre ai figli abitudini e orari incompatibili con le regole della struttura che li ospita. La donna, come i tre bambini, è alloggiata nella struttura del Vastese, ma non vive insieme ai figli, li incontra solo in orari stabiliti. Durante queste visite quotidiane avrebbe insistito per fare mantenere ai piccoli la stessa routine adottata nella casa nel bosco: sveglia all’alba e a letto entro le 18. La donna avrebbe preteso il mantenimento di “abitudini e orari difformi dalle regole che disciplinano la vita degli altri minori ospiti della comunità, circostanza che fa dubitare dell’affermata volontà di cooperare stabilmente con gli operatori nell’interesse dei figli”.
Un altro elemento critico sarebbe l’insistenza che si è dovuta mettere in campo per convincere Catherine ad “abbattere le sue contrarietà a trattare la seria bronchite con broncospasmo” da cui era affetta la bimba più grande quando è arrivata nella struttura.
Tuttavia, secondo la testimonianza di un’amica di Catherine, i bambini erano “puliti e ben lavati”, anche se con poca acqua allo scopo di non sprecarla.
Nell’ordinanza i giudici parlano esplicitamente di una “notevole rigidità” da parte dei genitori, legata ai valori in cui credono e aggravata da una “assenza di competenze negoziali”.
Anche dopo l’intervento dei servizi sociali, la coppia avrebbe mostrato diffidenza verso gli operatori. Un atteggiamento di chiusura che, secondo il Tribunale, ostacola qualsiasi progetto condiviso di tutela dei minori.
Il Tribunale sostiene che il ritorno dei bambini con i genitori avverrà solo dopo una valutazione tecnica approfondita, per questo è stata quindi una perizia “personologica e psico-diagnostica” su Catherine Birmingham e sul marito Nathan Trevallion, 51 anni, cittadino britannico.
L’incarico è stato affidato alla consulente tecnica d’ufficio Simona Ceccoli, con un termine di 120 giorni per rispondere ai quesiti formulati dai giudici.
Intanto il sindaco di Palmoli Masciulli ha annunciato l’arrivo in paese, a giorni, di alcune famiglie neorurali che svolgeranno attività informative sul loro stile di vita, lo stesso della famiglia nel bosco.