Famiglia del bosco: Nathan nel casolare in prestito

Pranzo vegetariano per Nathan e Armando Carusi, ristoratore di Palmoli che ha messo a disposizione della famiglia del bosco il suo b&b

Carusi ha offerto gratuitamente, per tre mesi, la casetta di nonna Gemma, oggi b&b, affinché la famiglia del bosco possa riunirsi nel più breve tempo possibile, in attesa che vengano completati i lavori nel rudere di campagna di loro proprietà.

Resta però l’incognita sui tempi dei lavori nella casa rurale, tre mesi potrebbero non bastare anche per lo stesso Carusi che spera che tutto proceda senza intoppi:

“Lui (Nathan, ndr) mi ha detto che la scia l’aveva già fatta e il che progetto c’era già, l’intenzione di farlo c’era. Io non posso immaginare che i bimbi restino ancora via tre mesi, non tanto per la mia casa, ma per i bimbi. Mi sono proposto e gliel’ho offerta perché ci tengo, ma ci teniamo in tanti, sono tre fratelli che vivono in campagna, con l’asino, il cavallo le galline: il sogno di tutti, penso”.

Nel frattempo il sindaco di Palmoli ha confermato il buono stato di salute dei bambini e la collaborazione di Nathan e Catherine:

“Pare che stiano non bene, ma benissimo e pare anche che Catherine (la madre dei bimbi, ndr) abbia stabilito un buon rapporto con le operatrici della casa famiglia”.

A ribadire le motivazioni della concessione gratuita dell’immobile è stata anche Leonora, la figlia del ristoratore:

“Io capisco che Catherine e Nathan hanno fatto un gesto sbagliato portando i bambini a Bologna, però capisco la paura di una madre o di un genitore. Il nostro voleva essere un gesto che gli permettesse di riunire la famiglia nel più breve tempo possibile. Spero che ognuno faccia quello che può, nel suo piccolo, in tutta Italia. Se vedete una situazione in cui poter dare un piccolo aiuto, un piccolo gesto, questo mondo sarebbe diverso”.

La prima giornata di Nathan Trevallion nella nuova casa è trascorsa in serenità. Ieri è arrivato all’ora di pranzo e ha trovato tutto pronto.

“È stato un pranzo molto piacevole – afferma all’ANSA Leonora Carusi -. Mio padre ha preparato i
pizzocheri fatti a mano e sono stati molti graditi. Si è dimostrato molto aperto alle migliorie per la casa e anche all’utilizzo di stufe elettriche durante le ore notturne, in caso di necessità, in alternativa ai camini. In questa società malata, capisco la sua intenzione e della moglie Catherine di voler far crescere i bambini in un ambiente naturale dove comunque socializzano. Loro filtrano un po’ i contatti che possono avere ora. Penso sia il compito di un buon genitore”.

Leonora Carusi, chef nutrizionista che vive a Crecchio dove è impegnata per l’apertura di una fattoria didattica chiamata “Villaggio nel bosco”, confida nel ritorno dei bambini entro una
decina di giorni.

“Era destino il nostro incontro – spiega -. Dallo scorso anno sono impegnata ad aprire questa struttura didattica dopo aver acquistato un pezzo di bosco che guarda caso ho chiamato villaggio nel bosco. E così dopo aver appreso la vicenda di Nathan, ho chiamato l’avvocato presentando la nostra
proposta. Speravo che accettasse. Tutti ci auguriamo che i tre bambini possano tornare prima di Natale così da poterlo trascorrere tutti assieme davanti ad un altro pranzo”.