Estate 2022: la GdF scopre lavoratori in nero e diverse irregolarità in locali e lidi del Chietino

Numerosi controlli in locali notturni e stabilimenti balneari effettuati dalle fiamme gialle di Chieti e Ortona nell’ambito di un’intensa campagna estiva di prevenzione finalizzata al rispetto delle regole a tutela della concorrenza, della sicurezza e, più in generale, del sommerso da lavoro. In 35 completamente in nero e scattano le multe ai titolari

L’attività di servizio ha portato alla scoperta di trentacinque lavoratori in nero e/o irregolari nonché alla contestazione di numerose violazioni amministrative per inosservanza delle norme connesse all’organizzazione di eventi e spettacoli. Molti dei lavoratori irregolari individuati, sono stati scoperti in esercizi di ristorazione, stabilimenti balneari ed in locali di intrattenimento. Per otto delle attività ispezionate trovati lavoratori in “nero”: è stata così avviata la procedura di irrogazione della cosiddetta “maxi-sanzione”, che va da un minimo di 1.800 euro a un massimo di 10.800 euro per ciascuno di essi. Per sette di queste, altresì, è stato richiesto all’Ispettorato Territoriale del Lavoro il provvedimento di sospensione dell’attività per aver impiegato manodopera irregolare in misura superiore al 10% del totale dei lavoratori assunti.
Nello specifico, si evidenzia, che nei confronti di due soli locali da intrattenimento i finanzieri hanno scoperto ben 20 dipendenti in nero.
L’attività repressiva si è svolta anche attraverso una serie di verifiche sulla corretta gestione delle attività esercitate in occasione di particolari eventi della movida teatina ad elevato afflusso di persone, contestando
irregolarità in più ambiti: le comunicazioni presentate (SCIA, agibilità, licenze, commissione di vigilanza, certificato prevenzione incendi) non sono risultate adeguate alle circostanze rilevate.

Il Comandante Provinciale – Col. Michele Iadarola – ha sottolineato come “il lavoro nero rappresenti una piaga per l’intero sistema economico in quanto sottrae risorse all’erario, mina gli interessi dei lavoratori, spesso sfruttati e consente una competizione sleale con le imprese oneste. Altro aspetto negativo è quello della mancata tutela del lavoratore dal punto di vista assistenziale, assicurativo e previdenziale, che – a causa del mancato versamento dei contributi, attualmente in fase di esatta quantificazione – comporterà la segnalazione di rito agli uffici competenti per le successive incombenze amministrative circa l’inquadramento e la regolarizzazione delle posizioni lavorative constatate”.