Dopo l’orrore a Sulmona si indaga sulla violenza e sugli utenti di un gruppo whatsapp

L’inchiesta per la presunta violenza di Sulmona, che vede già due indagati, potrebbe allargarsi anche a chi ha ricevuto il video degli abusi

Un ricatto durato due anni che ora i Carabinieri di Sulmona stanno scandagliando a fondo, dopo la denuncia dei genitori di una ragazzina di 12 anni abusata per due anni e ricattata da due giovanissimi. I due giovani, di 14 e 18 anni, sarebbero stranieri come la vittima.

L’inchiesta, e questa è la novità, potrebbe allargarsi agli altri giovani che hanno ricevuto sul proprio telefono i filmati con la ragazzina abusata, una quarantina.

La storia sarebbe iniziata nel 2023 quando la ragazzina, all’epoca aveva dieci anni, sarebbe stata avvicinata dai due conoscenti per la prima volta nei giardini del parcheggio di Santa Chiara, a Sulmona. Li ci sarebbe stato il primo rapporto non consenziente, filmato.

Poi altre circostanze gravissime in case private e un ricatto durato due anni. Ma la ragazzina ha raccontato tutti ai genitori ed è scattata la denuncia.

Il 14enne è stato iscritto nel registro degli indagati, accusato di violenza sessuale in concorso e revenge porn mentre dal tribunale dei minori di Sulmona è partita la segnalazione alla Procura che si sta occupando della posizione del 18enne, indagato per gli stessi reati.

La questione intanto sarà portata in Consiglio Regionale dal vice presidente Marianna Scoccia. È sempre più necessaria un’opera di sensibilizzazione nei giovani, come afferma anche la presidente della commissione pari opportunità della Regione Abruzzo Rosa Pestilli che stamattina ha ospitato il contributo del giornalista aquilano Gianmarco Menga per sensibilizzare sulla storia di Saman Abbas. In realtà la Regione ha già un progetto pronto.

Il presidente del Consiglio Regionale Lorenzo Sospiri si è collegato in video riportando proprio l’attenzione sul caso di Sulmona. Un fatto gravissimo, così lo ha definito, perché coinvolge dei giovanissimi e i casi simili sono sempre più frequenti.

“Occorre parlare ai giovani perché i casi di cronaca sono all’ordine del giorno e coinvolgono sempre più i ragazzi, spesso minori” ha detto il Tenente Colonnello Maurizio Pallante, comandante del nucleo investigativo dei Carabinieri di Reggio Emilia che ha indagato proprio sul caso Saman.

 

Daniela Rosone: