Dopo l’incidente in Albania è stato lo stesso docente dell’Università dell’Aquila, Michele D’Angelo, ad andare dalla Polizia per raccontare l’accaduto: lo precisa la compagna Vanessa Castelli
Dopo l’incidente stradale “ci siamo recati spontaneamente presso la stazione di Polizia per rendere testimonianza, consapevoli di non avere nulla da nascondere”, quindi nessuno “è stato prelevato dall’albergo”. Lo precisa in una dichiarazione Vanessa Castelli, compagna e collega
universitaria del prof. Michele d’Angelo, sottoposto ad arresto in Albania, riferendosi alle dichiarazioni della sindaca di San Severo (Foggia) Lydia Colangelo.
Ieri la sindaca aveva scritto una lettera aperta al Capo dello Stato chiedendo di attivare tutti i
canali istituzionali affinché si arrivi alla scarcerazione e al rientro in Italia del docente.
La Castelli, che era con il professor Michele D’Angelo al momento dell’incidente in Albania, corregge l’imprecisione contenuta nella missiva del sindaco al punto: “Il giorno successivo, infatti, la polizia ha raggiunto D’Angelo nel suo albergo, conducendolo prima in caserma e successivamente in carcere”, ribadendo invece che è stato lo stesso D’Angelo a recarsi alla Polizia.
Michele d’Angelo, professore dell’Università degli Studi dell’Aquila, originario di San Severo, è detenuto dal 9 agosto a seguito di un incidente stradale. L’8 agosto, alla guida di una Lancia Ypsilon insieme alla compagna Vanessa Castelli, anche lei docente universitaria, nei pressi di Fier, in Albania, si è scontrato con un’auto condotta da un cittadino albanese che procedeva a forte velocità. Secondo testimonianze e filmati, il professore viaggiava a circa 40 km/h al momento dell’impatto. Scosso dall’accaduto, avrebbe spostato l’auto dal punto dell’incidente, un comportamento che avrebbe insospettito le autorità locali. La compagna però avrebbe dichiarato che D’Angelo spostò l’auto solo per metterla in sicurezza e che entrambi ha atteso invano l’arrivo della polizia per rendere testimonianza, per questo il giorno dopo si sono recati personalmente al commissariato di Fier. Michele D’Angelo e Vanessa Castelli si trovavano in quella zona perché erano diretti alle nozze di due amici. La posizione di D’Angelo si è aggravata quando una delle persone che viaggiavano a bordo della Mercedes è morta, tre giorni dopo il sinistro.
D’Angelo è docente di Biologia del Dipartimento di Medicina clinica, sanità pubblica, scienze della vita e dell’ambiente dell’Università degli Studi dell’Aquila.
“Considerando sproporzionata e abnorme la detenzione. Tutta la comunità sanseverese è in estrema apprensione e confida nel Suo intervento tempestivo e risolutivo affinché la verità, grazie alla diplomazia, emerga sempre su ogni forma di ingiustizia, prevaricazione e forma parziale e indegna di giustizia”.