Dispersi Velino: il sonar e un battipista, centinaia di soccorritori in quota per il settimo giorno

Si è in attesa dell’Eriksson S64 da Ciampino che dovrà caricare a Ovindoli il battipista e portarlo in quota. Stamattina un elicottero dei carabinieri Forestali ha effettuato dei voli con il sonar Recco. +++AGGIORNAMENTO+++ Il battipista è precipitato sganciandosi dall’elicottero.

AGGIORNAMENTO ORE 17:30- Il battipista che era stato prelevato dall’elicottero Ericsson S-64 dalla stazione sciistica di Ovindoli per essere portato sul Monte Velino, sul luogo di ricerca dei 4 escursionisti dispersi, è precipitato lungo il tragitto sganciandosi dal velivolo. Non ci sono state conseguenze se non il danneggiamento del battipista, l’operazione era molto complessa ed era stata preparata a lungo.

 

Centinaia di soccorritori da tutta Italia impegnati nel settimo giorno di ricerche dei 4 dispersi sul Velino da domenica scorsa: cani, uomini e mezzi sofisticati come i sonar. Una valanga, spiegano i soccorritori in quota, di dimensioni enormi. Nei punti laterali, dove ha spinto di più, la profondità della neve arriva a 12 metri. Neve, tanta neve, ma ormai è soprattutto ghiaccio. Un dispiegamento di forze e mezzi senza precedenti.  Soccorso alpino e speleologico, vigili del fuoco, esercito con gli alpini con il 9 Reggimento dell’Aquila, finanza,  protezione civile, carabinieri, polizia, unità cinofile da Moena, unità speciali per le valanghe da Belluno. Ci sono anche i soccorritori che arrivarono per primi a Rigopiano, su sci e pelli di foca.

Si cercano, col cuore in gola ma anche tanta professionalità ed esperienza, le tracce di  Tonino Durante, 60 anni, conosciutissimo anche per la sua bottega di coltelleria; zio di Gian Mauro Frabotta, 33 anni, ingegnere dell’Eni, grande conoscitore delle cime ( un anno fa aveva scalato il Nepal). E ha un negozio di articoli sportivi proprio di fronte a quello di Tonino anche il padre di Gianmarco Degni, 26 anni, studente, fidanzato di  Valeria Mella, 25 anni, figlia di un maresciallo dei carabinieri. Si vogliono sfruttare le ore di luce, con un meteo clemente. Ieri troppa la nebbia e la gru dei cieli non si è potuta alzare in volo. Potentissimo, stavolta al posto dei carri armati c’è un gatto delle nevi.

Il battipista di Ovindoli ha una lama che riduce lo spessore della neve. Quando si arriva ad un metro i cani sentono di più e possono intervenire, indirizzare. Ma quando c’è nebbia, i soccorritori devono salire in quota a piedi,  per dieci chilometri, con gli sci. Si tratta di una tecnologia Recco, un’antenna di 80 centimetri di diametro, trasportata da un elicottero dei Carabinieri, ex Forestali, in grado di captare, anche a profondità importanti, i metalli: chiavi, cellulari e metalli degli indumenti da alpinisti. E’ una tecnologia che il Soccorso Alpino da un anno impiega con successo in Valle d’Aosta e in Trentino e che si spera dia risultati anche sul Velino.