Impossibile proseguire le ricerche dei 5 alpinisti dispersi in Nepal, tra i quali l’abruzzese Marco Di Marcello: trovati solo oggetti personali. A raccontare i dettagli della spedizione, che purtroppo ha avuto esito negativo, sono i soccorritori
Manuel Munari, istruttore pilota a capo di Avia MEA, e Michele Cucchi, guida alpina e soccorritore (entrambi nella foto) hanno raccontato in un’intervista a Sky tg24 il tentativo di localizzare i cinque dispersi. Rientrati a Katmandu, hanno confermato l’esito negativo delle ricerche e hanno spiegato nel dettaglio come sia stata condotta la ricerca sullo Yalung Ri, in Nepal.
Una notizia devastante per la famiglia di Marco Di Marcello, che fino a ieri ha sperato nel ritrovamento, una speranza alimentata dal segnale Gps risultato ancora attivo e in movimento.
L’area è stata circoscritta ai punti che erano stati rilevati, si è scavato con la sonda, si sono persino trovati alcuni oggetti personali degli alpinisti dispersi, ma la neve durissima e compatta ha impedito di procedere oltre. Con il dispositivo speciale Recco si è fatto tutti il possibile, ma alla fine i ricercatori si sono dovuti arrendere: le 5 persone ancora disperse sulle vette del Nepal, tra le quali c’è l’abruzzese Marco Di Marcello, sono ancora sotto la valanga. Gli altri sono l’altoatesino Markus Kirchler, un tedesco e due nepalesi.
“Potrebbero stati trascinati in qualche crepaccio o buco, la valanga è stata talmente forte che ha portato fino a valle dei detriti rocciosi misti alla neve, si è staccato l’intero pendio dove si trovavano i tre gruppi. Il percorso della valanga è lungo almeno 200 metri, il pendio è ripidissimo e finisce su una parete rocciosa. Un evento valanghivo molto violento e molto importante. Siamo in un’area molto molto remota” hanno spiegato Munari e Cucchi.
I soccorritori hanno anche ribadito come al momento della partenza degli alpinisti il tempo fosse ottimo:
“Quando salivano loro era una giornata splendida, veramente splendida”.
A complicare tutto è stato un evento molto raro per il periodo, una grande nevicata che ha coperto tutto. La neve si è depositata anche sul ghiacciaio, di per sé già duro, e con le temperature bassissime la superficie si è fatta muro su muro:
“Purtroppo la differenza l’ha fatta la nevicata inaspettata della settimana scorsa” hanno confermato Munari e Cucchi.