Una complessa architettura criminale, capace di inviare migliaia di SMS truffa al giorno e di sottrarre decine di migliaia di euro in pochi minuti, è stata smantellata dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Chieti
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Chieti, ha svelato una rete che collegava la Toscana alla Campania, con ramificazioni finanziarie in Belgio e Lussemburgo.
Il 15 ottobre 2025 sembrava una giornata qualunque per una vittima anziana, finché un messaggio sul cellulare non ha innescato un incubo finanziario. Quel SMS, apparentemente proveniente da una nota società di pagamenti digitali, avvisava di un “pagamento non autorizzato”. Una trappola psicologica perfetta che ha dato il via a una delle indagini più significative dell’ultimo anno nel contrasto ai crimini informatici.
La dinamica: l’arte dell’inganno e il “saccheggio” lampo
La tecnica utilizzata è quella dello smishing (phishing tramite SMS). La vittima, allarmata dal messaggio, ha contattato il numero indicato, finendo direttamente nelle mani di truffatori esperti che, fingendosi operatori del servizio clienti, l’hanno convinta a consegnare le proprie credenziali di accesso all’home banking.
Una volta ottenuto il controllo del conto, i criminali hanno agito con una velocità chirurgica: hanno modificato i tetti massimi per i bonifici istantanei, e hanno disposto due pagamenti immediati per un totale di 96.300 euro (48.500 e 47.800 euro).
Il riciclaggio: Il denaro è stato indirizzato verso conti correnti in Campania, per poi essere quasi interamente bonificato verso società in Belgio e Lussemburgo, o prelevato in contanti presso sportelli ATM tra Napoli e Salerno.
La “Fabbrica degli SMS” in Toscana
Il vero salto di qualità dell’indagine è avvenuto quando gli inquirenti sono risaliti alla sorgente tecnologica dei messaggi. I Carabinieri hanno individuato a Santa Croce sull’Arno (PI) un immobile adibito a vera e propria centrale operativa. Qui, un cittadino pakistano di 38 anni gestiva modem multisim (o SIM box), apparecchiature capaci di ospitare simultaneamente centinaia di schede telefoniche e di inviare migliaia di messaggi automatici al giorno.
Fondamentale è stato il ruolo di due dealer di telefonia a Fucecchio ed Empoli. I titolari dei negozi sono accusati di aver fornito consapevolmente le SIM card, intestandole a cittadini extracomunitari fittizi o non censiti, garantendo così l’anonimato necessario ai truffatori per operare indisturbati.
I numeri dell’operazione
L’intervento coordinato dal Procuratore Di Florio e dal Sostituto Ciani ha portato a risultati imponenti: 17 indagati complessivi tra Campania e Toscana, perquisizioni a tappeto nelle province di Chieti, Napoli, Salerno, Firenze e Pisa. 3 apparati multisim, 685 SIM card nuove, 10 personal computer, 9 cellulari e numerose carte prepagate “Postepay Evolution” usate come conti di transito.
L’analisi dei conti correnti coinvolti ha rivelato che questi non avevano finalità commerciali lecite, ma venivano aperti esclusivamente per far transitare il denaro provento delle truffe, con fluttuazioni di denaro enormi rispetto alle giacenze medie.
Questa operazione non ha solo colpito un gruppo criminale, ma ha interrotto un flusso quotidiano di migliaia di tentativi di truffa diretti a cittadini vulnerabili su tutto il territorio nazionale.
Le autorità ricordano che nessun istituto di credito o società di pagamenti richiede mai password, credenziali o codici dispositivi via SMS o telefono. In caso di messaggi sospetti, non cliccare su link e non chiamare numeri forniti nel testo, ma utilizzare esclusivamente i canali ufficiali della propria banca.
Le indagini proseguono ora sul fronte internazionale per tentare il recupero delle somme trasferite all’estero e per identificare ulteriori complici di quella che si è rivelata una vera e propria industria del crimine telematico.