Crisi Stellantis ad Atessa: Azione porta la questione in Parlamento

Crisi nello stabilimento Stellantis di Atessa: produzione in calo, turni ridotti e centinaia di lavoratori in cassa integrazione. La questione in Parlamento

Le preoccupazioni riguardano l’industria automobilistica abruzzese e nazionale. Lo stabilimento Stellantis di Atessa, in Abruzzo, fulcro del distretto industriale della Val di Sangro e tra i più grandi poli produttivi d’Europa per veicoli commerciali leggeri, attraversa una fase di forte contrazione. Con circa 5.000 addetti, l’impianto rappresenta un asset strategico per l’economia regionale e per l’intero indotto automotive.

Il tema è approdato in Parlamento, durante il question time, con un’interrogazione dei deputati di Azione Giulio Sottanelli e Fabrizio Benzoni che hanno parlato di una crisi difficile da ignorare:

“La produzione è scesa del 16%, i turni di lavoro sono passati da tre a due e centinaia di operai sono finiti in cassa integrazione. Inoltre, oltre 600 dipendenti hanno aderito a uscite incentivate, riducendo ulteriormente la forza lavoro.”

La sofferenza non riguarda solo l’Abruzzo. A livello nazionale, nel 2025 la produzione complessiva di Stellantis ha registrato un calo del 27%, con circa 20 mila lavoratori in ammortizzatori sociali. Un dato che stride con le promesse del ministro delle Imprese Adolfo Urso, che solo un anno fa parlava di un traguardo “a portata di mano”.

Un altro elemento di preoccupazione riguarda la strategia industriale del gruppo. Secondo i deputati, Stellantis ha scelto di lanciare nuovi modelli in Polonia, Marocco e Serbia, mentre in Italia ha progressivamente ridotto spese in ricerca e sviluppo, incoraggiando trasferte dei lavoratori all’estero e ricorrendo agli esodi volontari: 3.700 nel 2024 e oltre 2.300 nel 2025.

Federico Di Luigi: