Cpo Abruzzo: approvata proposta di legge su centri antiviolenza

La Commissione pari opportunità Abruzzo ha approvato una proposta di legge che modifica l’intesa Stato-Regioni in merito ai centri antiviolenza e alle case rifugio: è la prima pdl in Italia

La Commissione Pari Opportunità (Cpo) della Regione Abruzzo ha approvato, nella seduta di ieri pomeriggio (mercoledì 8 novembre 2023) a Pescara, il testo della proposta di legge che intende sostituire la legge regionale n. 31/2006 in tema di centri antiviolenza (Cav) e case rifugio (Cr) per donne maltrattate.

La proposta di legge (pdl), che consta di 32 articoli, è denominata “Istituzione dell’Osservatorio Pari Opportunità, dell’Osservatorio della Violenza Domestica, della Cabina di Regia, dell’Albo Regionale e riordino dei C.A.V. e delle Case Rifugio” ed è la prima in Italia presentata da una Commissione Pari Opportunità regionale.

Dal 2020 la Cpo Abruzzo ha posto in essere audizioni di tutti i legali rappresentanti dei centri antiviolenza e delle case rifugio riconosciuti dalla Regione sulla base della L.R. 31/2006. Nel luglio 2022 è stata predisposta una prima proposta di legge per integrare la 31. Successivamente l’intesa Stato-Regioni del 2022 ha ulteriormente modificato i requisiti dei centri antiviolenza e delle case rifugio, prevedendo, tra l’altro, che gli avvocati a disposizione dell’utenza siano esclusivamente donne e che una donna avvocato la quale, nell’ambito della sua attività professionale, abbia seguito un uomo maltrattante, non possa operare in appoggio a un centro antiviolenza. Per questo la Cpo Abruzzo, audita il 7 novembre, sulla base del parere 3/2023, ha sollevato alcune eccezioni al testo di un’altra pdl, la n. 355/2023, depositata in Consiglio il 10/10/2023, e alla Pdl 293/2023, superata sostanzialmente dall’Intesa Stato Regioni del 2022.

«La Commissione Pari Opportunità Abruzzo ha ritenuto opportuno riordinare l’intera materia afferente i centri antiviolenza e le case rifugio con una nuova legge che vada ad abrogare la n. 31/2006», spiega la presidente Maria Franca D’Agostino. «Sulla scorta dell’ultima intesa Stato-Regioni ha previsto, inoltre: l’apertura di sportelli di ascolto, collegati ai Cav riconosciuti; la possibilità per la Regione di costituirsi parte civile nei procedimenti penali per femminicidio e atti di violenza contro le donne, devolvendo l’eventuale risarcimento in favore delle vittime e/o degli eredi delle stesse in caso di femminicidio; l’istituzione dell’Albo delle associazioni aventi i requisiti ex lege, le sole deputate ad aprire centri antiviolenza e case rifugio, al fine di evitare che donne vittime di violenza si rechino in centri non riconosciuti con personale non specializzato. Attualmente in Abruzzo esistono 13 centri riconosciuti, ma sono innumerevoli le associazioni attive in questo ambito. Disciplinare il tutto non è più procrastinabile. Ringrazio tutti i componenti la Commissione pari Opportunità della Regione Abruzzo, in particolare quelli della sottocommissione legislativa, che per quattro anni si sono adoperati per raggiungere questo importante risultato.»