Covid19, consiglio comunale all’Aquila: situazione grave

Un Consiglio Comunale sulla situazione attuale che la città sta vivendo. Qualche polemica tra sindaco e Asl sulla centrale del 118. Interventi di medici e consiglieri.

Circa 1000 positivi all’Aquila in due mesi. Lo dice il sindaco Pierluigi Biondi che ha aperto il consiglio comunale dicendo chiaramente che il Comune spesso si sostituisce anche alla Asl.

Per i tamponi nuovi punti a Preturo all’aeroporto e nel nucleo industriale a Bazzano.

Difficoltà per avere i reagenti, Biondi ha insistito sulla necessità di far partire i lavori della centrale del 118, i ritardi sono intollerabili e polemizza con la Asl.

Gli risponde il manager Roberto Testa che dice che non c’è nessuna inerzia. È stato rimodulato il progetto, risponde, per 4 milioni e 100, si libereranno così spazi al San Salvatore.

C’è stato avviso per infermieri e i tempi saranno brevi ma in ospedale ci sono intanto 90 operatori malati o assenti per Covid.

Sale operatorie al 50% con fascia neoplastica e le urgenze garantite come le indifferibili. In merito alla tenda al pronto soccorso chiesta da Biondi la Cicogna riferisce della possibilità di mettere una struttura modulare.

Qualche problema per le macchine dei tamponi, alcune richiedono in caso di positività ulteriori validazioni ha fatto presente. Ci saranno poi uno spazio geriatria e degenza Covid, ha annunciato.

In terapia intensiva, ha detto il primario Franco Marinangeli, ci sono 8 pazienti intubati ad oggi ma una forte pressione arriva dalla Marsica. Due posti letto in più sono stati attivati stamattina, si arriverà a 12 nel G8 ma l’emergenza è del personale infermieristico che serve specializzato.

Il dottor Domenico Pompei, a capo del dipartimento prevenzione, ha detto che il tracciamento non è saltato ma ha qualche giorno di ritardo e l’operazione è complessa così come per avere le risposte dei tamponi.

Il dottor Enrico Giansante a capo del servizio igiene dal suo isolamento perché positivo ha parlato di tsunami. Nel giro di poco, al 5 ottobre L’Aquila era a casi zero, ci si ritrova con 1551 casi all’Aquila e dintorni e questo la dice lunga sulla virulenza del virus.

C’è stata una minore attenzione alle misure di prevenzione, sostiene, con focolai partiti da attività ludiche.

Situazione scuole critica, dice, ma non all’interno, nei trasporti soprattutto e questo ha portato a cluster familiari.

Il primario di Malattie Infettive Alessandro Grimaldi ha ribadito l’importanza di spostare l’azione sul territorio per evitare lo stress degli ospedali, le persone che possono vanno curate a casa e il fattore importante è la diagnosi.

La dottoressa Marisa D’Andrea ha rilevato le difficoltà dei pediatri chiedendo almeno per un mese la chiusura di tutte le scuole. La quarantena senza tampone rischia di riportare a scuola bambini positivi asintomatici.

Il dottor Vito Albano ha sottolineato il carico dei medici di famiglia rispondendo in modo polemico alla Cicogna e dicendo che la stragrande maggioranza di loro segue i pazienti a casa e non il contrario.

Tanti gli interventi successivi, consiglieri compresi ed esponenti della Regione. Sintesi trovata poi nel documento di Americo Di Benedetto, apprezzato pure dal sindaco per la maggior parte ed integrato con altri punti.