Covid Abruzzo: terze dosi a 5 mesi. La Asl di Pescara si organizza

«La dose di richiamo è cruciale per proteggere meglio noi e chi ci sta accanto. Dopo l’ultimo parere di AIFA sarà possibile farla a 5 mesi dal completamento del primo ciclo. Vacciniamoci tutti per essere più forti»: con questo tweet, postato ieri sera sui social, il ministro della salute Speranza annunciava l’anticipazione di un mese della terza dose di vaccino anticovid.

 

Dunque a partire da domani, mercoledì 24 novembre, sarà possibile rafforzare la propria dote anticorpale, ricevendo la dose booster a cinque mesi dalla somministrazione della seconda inoculazione e non più a sei come inizialmente stabilito.

Perché la quarta ondata fa paura e anche questo servirà a scongiurare che ci raggiunga lo spettro degli scenari dei paesi del nord Europa, alcuni già in lockdown, dove il Covid corre più veloce, soprattutto in assenza di coperture percentuali adeguate tra la popolazione vaccinata.

Il quadro sanitario in Abruzzo resta ancora da zona bianca con il 4% dei posti letto occupati in terapia intensiva, rispetto alla soglia di rischio fissata al 10%, e il 7% degli ospedalizzati contro il 15% stabilito dai parametri del Comitato tecnico scientifico per il cambio di colore; raddoppiata invece l’incidenza settimanale dei casi su 100mila abitanti che si attestano a 101,86 nella settimana appena conclusa, rispetto ai 50 individuati dal Cts.

E mentre la discussione si accende sulla possibilità di attuare chiusure mirate per i non vaccinati, cercando di far virare la rotta sul senso di responsabilità sociale di ciascuno, le Asl pensano a riorganizzare la campagna vaccinale in vista dell’incremento di richieste dopo l’anticipazione delle terze dosi, come spiegato dal dottor Rossano Di Luzio, referente della campagna vaccinale della Asl di Pescara.

«Con il raddoppio della platea dei vaccinabili abbiamo deciso di aumentare le ore e i giorni di apertura degli hub della nostra Asl», ha dichiarato Rossano Di Luzio. «Stiamo pertanto rispondendo a questa nuova esigenza con le forze a nostra disposizione. In questa fase sarà importante anche la cosiddetta vaccinazione di prossimità con medici e farmacisti. Aver ridotto di un mese i tempi di attesa della somministrazione delle terze dosi significa aver ampliato la platea vaccinale di almeno 60mila persone e quindi la situazione ci impone inevitabilmente di correre, anche mettendo con open day mirati nei comuni che ruotano attorno alla nostra azienda sanitaria. Oggi a Pescara abbiamo 5 persone in terapia intensiva, di cui oltre il 75%, quindi 4 su 5 sono pazienti non vaccinati. È importante però sapere che ogni posto letto in rianimazione costa 2mila euro al giorno e che tutte le risorse che impieghiamo per il Covid perché non vaccinati, lo sottraiamo ad altri servizi sanitari, come ad esempio l’oncologia.»

Intanto salgono a 74 i dipendenti della Asl di Pescara sospesi perché non vaccinati: di questi 2 sono medici e i restanti infermieri e ausiliari. A riferirlo è stato Vero Michitelli, direttore amministrativo dell’azienda sanitaria pescarese, a margine della consegna di 3 ventilatori polmonari neonatali, donati da Confindustria di Chieti Pescara alla Terapia intensiva neonatale dell’ospedale Santo Spirito.

«La vaccinazione per il personale sanitario è obbligatoria e non imposta dall’azienda, per cui noi abbiamo semplicemente dovuto applicare la normativa», ha riferito Vero Michitelli. «Per rassicurare i cittadini però va detto che queste ulteriori sospensioni non comportano un impoverimento del personale sanitario e delle prestazioni erogate dalla Asl, perché abbiamo un sistema che ci consente reclutamenti anche in 24 ore, escludendo alcun tipo di diminuzione della capacità assistenziale della Asl.»