Corte dei Conti Abruzzo, botta e risposta della politica

regione-abruzzo (1)regione-abruzzo (1)

Si accende la polemica politica regionale dopo la delibera “demolitoria” della Corte dei Conti relativamente alla gestione finanziaria della Regione Abruzzo.

Da una parte il capogruppo del M5S, Sara Marcozzi, la quale sottolinea come la delibera della Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti per l’Abruzzo “distrugga l’operato tecnico-politico di questa Giunta regionale”; dall’altra l’assessore regionale al bilancio, Silvio Paolucci, che nel pronunciamento dei magistrati contabili ravvisa un “uso abnorme di aggettivi demolitivi che poco hanno a che fare con una lettura tecnica ponderata e conferente”.

Di seguito i passaggi più significativi dei comunicati di Sara Marcozzi e di Silvio Paolucci.

“Per la seconda volta – scrive la Marcozzi – i giudici della Corte hanno segnalato enormi irregolarità alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, paventando, nella delibera stessa, quanto disposto dall’articolo 126 della Costituzione, in merito allo scioglimento del Consiglio regionale o alla rimozione del Presidente della Giunta Regionale. Questa volta, le gravità riscontrate nell’operato della Giunta hanno mosso i giudici della Corte alla trasmissione degli atti anche alla Procura della Repubblica e alla sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti. Non è più accettabile la condotta omissiva e in piena violazione delle norme – come scrive la Corte – che questa Giunta regionale sta attuando. E’ l’ennesima delibera con cui la sezione di parifica della Corte dei Conti denuncia le inadempienze e le violazioni di questa Giunta, che a detta dei magistrati contabili porta Regione Abruzzo all’isolamento dal contesto delle regioni italiane. Infatti, sono numerose le segnalazioni che la Corte dei Conti evidenzia, alcune da anni… Siamo molto preoccupati per il futuro economico-finanziario della nostra regione: mezzo miliardo di euro il disavanzo accertato al 2012 che, secondo i giudici, potrebbe essere molto più elevato. Il governo regionale ha avuto 30 mesi per sistemare i conti ma, evidentemente, non c’è la volontà politica di riportare legalità e ordine nei bilanci. La stessa Corte, infatti, definisce il bilancio come poggiato su una totale astrazione della realtà finanziaria… Auspichiamo un tempestivo intervento da parte del Presidente della Repubblica e delle Procure competenti. Nel frattempo, viste gli evidenti limiti tecnico-gestionali della Giunta D’Alfonso, chiediamo le dimissioni dell’Assessore Paolucci”.

E questa invece la nota dell’assessore regionale Silvio Paolucci:

“La relazione della Corte dei Conti sembra omettere completamente la misurazione dell’impegnativo lavoro svolto in questi 29 mesi su un fronte problematico contabile e documentale che noi abbiamo responsabilmente ereditato dal passato e che stiamo razionalizzando quotidianamente, come ci viene riconosciuto da autorità dello Stato centrale all’uopo dedicate come i soggetti competentissimi del Tavolo di monitoraggio. Produce oltremodo dispiacere l’uso abnorme di aggettivi demolitivi che poco hanno a che fare con una lettura tecnica ponderata e conferente, laddove il tema di cui si discute concerne la copertura finanziaria di diritti fondamentali delle persone che noi abbiamo saputo garantire con performance di qualità crescenti, come risultante dai referti dei numerosi Tavoli di monitoraggio cui abbiamo partecipato. Auspichiamo il verificarsi sul piano istituzionale di un controllo maggiormente  collaborativo – che in altre Regioni costituisce prassi consolidata e fruttuosa – per far sì che il carico degli impegni derivante dalle norme in continua evoluzione non diventi insopportabile a causa di una postura interpretativa contundente nei confronti del sistema Regione Abruzzo, che non comincia la storia dei suoi obblighi né oggi né 29 mesi fa, e anche per non prestare il fianco ad attacchi politici privi di ogni senso di responsabilità. Il ritardo nella rendicontazione non deriva da irresponsabilità bensì dal grande scrupolo che stiamo impiegando nell’effettuazione delle verifiche su un costituito contabile di una oggettiva complessità che stiamo riordinando con atti tipici assunti di volta in volta. Se volessimo ripianare precipitosamente quel disavanzo ereditato, dovremmo azzerare capitoli di bilancio non vincolati ma fondamentali, ad esempio quelli per il trasporto degli studenti o dei servizi alle persone deboli e prive di autonomia, che l’ordinamento dello Stato ci pone sussidiariamente come obbligo comunitario da garantire. Le nuove regole contabili conosciute, studiate e condivise ci costringono a colmare rapidamente ma razionalmente le mancanze prodottesi in lunghissimi anni del passato, ma non possiamo e non vogliamo fare macelleria sociale per formattare i numeri contabili senza porci il tema delle conseguenze sulle decine di migliaia di persone che ricevono quotidianamente servizi di sostegno dall’erogatore regionale”.