Coronavirus Abruzzo, mons. Forte spiega le disposizioni religiose

Coronavirus Abruzzo: mons. Forte (Ceam): “a nessuno è proibito entrare in chiesa. Per le esequie non possiamo privare il conforto dei parenti più stretti”.

“Non si capisce perché siano vietate le liturgie nelle Zone al di fuori di quelle dichiarate rosse. I Sacerdoti naturalmente continueranno a celebrare la Santa Messa in maniera riservata. Nel caso delle esequie non possiamo privare del conforto della preghiera almeno al Cimitero e per i parenti più stretti, evitando ogni altra partecipazione”. E’ quanto scrive, tra l’altro, monsignor Bruno Forte, Arcivescovo della Diocesi Chieti-Vasto e presidente della Conferenza Episcopale Abruzzese-Molisana (Ceam), in merito alle prescrizioni disposte per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, con il Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri che sospende a livello preventivo, fino al 3 aprile, sull’intero territorio nazionale “le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri”. “Presa visione del Comunicato Cei – scrive Forte sul sito della Ceam – non posso non sottolineare l’urgenza che tutti i fedeli continuino a rivolgersi a Dio nella preghiera con l’esempio e la guida dei loro Pastori. In proposito preciso che non è proibito a nessuno entrare in Chiesa a pregare per affidarsi al Signore, alla Vergine Santa e ai Santi. Com’è sempre avvenuto in epoche di calamità, la Chiesa, casa di Dio, resta il luogo – prosegue Forte – dove cercare conforto, luce e forza dall’alto. Con la forza della preghiera San Gregorio Magno fermò la peste che devastava Roma nel 590. Durante la peste del 1576 San Carlo Borromeo organizzò preghiere pubbliche e incoraggiò quelle private per la liberazione dal terribile flagello e fu esaudito”.

 

 

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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.