Coronavirus Abruzzo: in Regione le richieste delle sale scommesse e gioco

Coronavirus Abruzzo: annullato il presidio a Pescara, questa mattina i rappresentanti del comparto delle agenzie di scommesse e del settore machine, sono stati ricevuti da diversi assessori regionali a Palazzo Silone

Chiedono il sostegno della Regione Abruzzo per il protocollo per la riapertura con la rimozione di un articolo dall’ordinanza 59 del presidente Marsilio. Sono gli imprenditori e i lavoratori del comparto delle agenzie di scommesse e machine che comprende slot, video lottery ed operatori delle sale bingo ancora fermi nonostante le riaperture delle altre attività.

In prima battuta un sit in era previsto a Pescara, poi si è optato invece per un incontro all’Aquila a Palazzo Silone, una delegazione è stata ricevuta dagli assessori Liris e Febbo. I rappresentanti territoriali Luca Paiola, per la provincia dell’Aquila, Angelo De Cecco per Chieti, Daniele Petrini per Pescara, e Rudy Iaconi per Teramo hanno rappresentato alla Regione le difficoltà del settore. Si sentono gli invisibili, finora non sono stati considerati.

L’obiettivo è utilizzare i giorni che mancano alla riapertura che dovrà essere decretata dal Governo nazionale per preparare un protocollo con indicazioni precise sulle modalità con le quali si debbono riorganizzare le agenzie. Peraltro molti collaboratori sono ancora senza assegno di cassa integrazione.  “Chiediamo – dicono i quattro imprenditori – anche un sostegno e una interlocuzione della Regione nei confronti del Governo e per quanto riguarda la Giunta regionale e il suo presidente chiediamo che venga rimosso l’articolo 32 della ordinanza 59 nel quale si vieta in Abruzzo la ripartenza del comparto”.

In Abruzzo sono complessivamente 2.308 le agenzie ed i punti di raccolta, dove lavorano 7.330 persone oltre ad un indotto di altri 5mila lavoratori: a questi si aggiungono 1.380 tabaccai. Le sale scommesse sportive sono 310 per 930 occupati più un indotto di altri circa 400 dipendenti. In Italia il giro di affari è di circa 7 miliardi di euro.

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