Consiglio Regionale in Smart working, Lega rallenta le commissioni

In Regione ancora fibrillazioni in maggioranza per il caso “Febbo” di cui il Carroccio vuole la testa. La Lega rallenta le commissioni, Consiglio Regionale di nuovo in remoto

Acque agitate in maggioranza in Regione. Il Consiglio Regionale torna in remoto mentre la Lega rallenta le commissioni regionali per la sessione europea e tiene nello stesso orario una sorta di esecutivo regionale.

Silvio Paolucci, capogruppo del Pd, che già ieri lo aveva denunciato anticipandolo, sui social conferma stamane l’assenza della Lega e pubblica lo screen della videoconferenza con le assenze, Angelosante dopo si giustificherà.

Temi urgenti quelli della Lega o uno sgambetto per la questione dell’assessore Mauro Febbo e delle elezioni di Chieti che, a quanto pare, continuano a creare fibrillazioni in maggioranza?

Luigi D’Eramo, coordinatore regionale, sostiene che si parla di 10 leggi per il rilancio dell’Abruzzo ma le minoranze continuano a dire che la Regione è ostaggio di una giunta lenta. Il presidente del Consiglio Regionale glissa su questo aspetto ma rimanda al mittente le accuse di scarsa produttività dell’esecutivo regionale.

In Regione per il Consiglio in remoto ci sono soltanto il presidente Lorenzo Sospiri e i consiglieri segretari.

Uno dei temi caldi rimane comunque, al di là degli argomenti in se, l’eventuale ritiro delle deleghe da parte del presidente Marco Marsilio all’assessore Mauro Febbo. La Lega non intende mollare e da tempo invoca la testa di Febbo.

Anche Sara Marcozzi, capogruppo dei 5 stelle, critica il ritardo della Lega parlando di atteggiamento irresponsabile e di centrodestra litigioso ai danni degli abruzzesi.

Il consigliere della Lega Simone Angelosante, intanto, annuncia che nelle commissioni congiunte grazie al voto compatto della maggioranza si è votato il provvedimento europeo “Relazione sullo stato di conformità dell’ordinamento regionale all’ordinamento europeo” e ridimensiona la parola “disertare”.

Al netto delle polemiche, sostiene, c’è stato un disguido per l’inizio dei lavori. “Un’ora di ritardo – scrive – non mi sembra un grande problema”.