Concessioni balneari: anche dall’Abruzzo pullman a Roma

Anche dall’Abruzzo sono partiti gli operatori balneari preoccupati per il futuro alla luce della scadenza delle concessioni demaniali.

Sono centinaia i balneari abruzzesi che, a bordo di 7 pullman promossi da Fiba-Confesercenti e Sib-Confcommercio e di decine di automobili private, si sono recati a Roma in piazza Santi Apostoli per la manifestazione nazionale promossa dalle associazioni di categoria contro l’emendamento del governo sulle concessioni demaniali. A bordo dei pullman anche i sindaci in fascia tricolore e gli assessori al turismo e al demanio di molti Comuni costieri d’Abruzzo: a Roma, tra gli altri, i sindaci di San Salvo, Vasto, Casalbordino, Torino di Sangro, Fossacesia, Francavilla al Mare, Pescara e Montesilvano, l’assessore al demanio marittimo della Regione Abruzzo Nicola Campitelli, il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri. A organizzare la mobilitazione in Abruzzo sono stati la Fiba-Confesercenti, guidata da Giuseppe Susi, e il Sib-Confcommercio presieduto da Riccardo Padovano. Sono circa 800 le concessioni demaniali delle spiagge abruzzesi, gestite nella quasi totalità dei casi da imprese familiari.

Le gare, che dal 2024 verranno realizzate per affidare i beni demaniali, terranno in considerazione gli investimenti, i servizi per i clienti, la cura della costa e dell’ambiente, la libera accessibilità da garantire alla battigia per tutti, la stabilità dell’occupazione. L’ok del Cdm, con gli emendamenti al disegno di legge Concorrenza, è stato dato all’unanimità. Preoccupati, però, i balneatori abruzzesi che hanno investito per anni sulle loro attività e che ora, potrebbero vedere vanificati tutti gli sforzi, tra due anni, da una gara che potrà essere vinta anche da imprese di fuori regione, persino dall’Estero. Intanto il presidente del Consiglio Regionale Sospiri ha già annunciato che la Regione darà battaglia per gli 800 balneatori abruzzesi. Anche Cristiano Tomei, coordinatore nazionale CNA balneatori chiarisce che bisogna premere soprattutto sui parlamentari. “Non si può mettere a repentaglio – dice Tomei – il lavoro di migliaia di famiglie italiane che hanno investito nei loro stabilimenti balneari, dando un duro colpo anche a tutto l’indotto. Per questo, ora, la partita deve essere giocata in Parlamento per non mettere sul lastrico migliaia di piccoli imprenditori”.