Siccità, Confartigianato: “In Abruzzo colpisce 1.312 artigiani, Chieti maglia nera “

L’emergenza idrica coinvolge 1.312 imprese artigiane abruzzesi con 4.045 addetti che operano nei comparti manifatturieri e Chieti è maglia nera. E’ quanto emerge da una indagine del Centro studi di Confartigianato Imprese Chieti L’Aquila che ha elaborato dati della Confederazione nazionale.

Una delle criticità principali è la dispersione della risorsa idrica. In tal senso Chieti è maglia nera a livello nazionale perchè nel territorio comunale si perde il 71,7% dell’acqua immessa in rete.

In una nota il presidente di Confartigianato Chieti L’Aquila, Camillo Saraullo, e il direttore generale Daniele Giangiulli spiegano che <Tra i settori più idro-esigenti c’è quello estrattivo, seguito da tessile, petrolchimico, farmaceutico, gomma, materie plastiche, vetro, ceramica, cemento, carta e prodotti in metallo. Notevole l’impatto del deficit idrico sulle piccole imprese. Del totale delle imprese artigiane coinvolte, 411 sono nel Chietino (1.270 addetti), 251 nell’Aquilano (614 addetti), 356 nel Teramano (1.274 addetti) e 294 nel Pescarese (887 addetti). Non volendosi soffermare solo sull’artigianato, evidenzia l’associazione, in Abruzzo nel complesso sono 2.467 le imprese colpite dalla crisi idrica, per un totale di 28.814 addetti: 819 imprese sono nel Chietino (11.236 addetti), 413 nell’Aquilano (2.122 addetti), 737 nel Teramano (8.329 addetti) e 498 nel Pescarese (5.128 addetti).

Tra le criticità c’è il calo della produzione idroelettrica nei primi cinque mesi del 2022 e la dispersione della risorsa idrica a causa delle cattive condizioni delle infrastrutture. Tre comuni capoluogo su quattro, in Abruzzo, registrano dati allarmanti e superano la media nazionale (36,2%): in testa c’è Chieti, maglia nera d’Italia, con il 71,7% di dispersione, seguita da Pescara (58,9%, undicesimo posto) e da L’Aquila (50,7%, 25/mo posto). Si salva solo Teramo, in 72/ma posizione con il 28,6%.

Le imprese, già messe a durissima prova dalla pandemia prima e dalla guerra dopo, con tutto ciò che ne è conseguito in termini di aumento dei costi dell’energia e delle materie prime devono ora fare i conti anche con i danni derivanti dall’emergenza idrica. I numeri parlano chiaro: ci troviamo di fronte a reti colabrodo. I dati fotografano l’inadeguatezza del sistema idrico abruzzese, che di efficiente ha ben poco, nonostante i costi alti sostenuti da utenti e imprese. I cittadini, gli artigiani e il sistema produttivo abruzzese, al contrario, meritano un sistema idrico efficiente e moderno>.