Chieti: udienza in Assise per l’abruzzese, 24enne, accusato di esser stato parte di una costola di Al Qaeda

Entra nel vivo il 29 ottobre, con l’audizione dei testimoni, il processo davanti alla Corte d’Assise di Chieti di Stefano Costantini: il 24enne nato in Svizzera da genitori abruzzesi ritenuto un foreign fighter e accusato di aver partecipato, dal 2015, all’associazione terroristica di matrice islamista Jahbat Al Nusra, articolazione di Al Qaeda in Siria.

Secondo l’accusa l’uomo, dopo aver lasciato la Svizzera del 2014 per trasferirsi con la convivente e i figli stabilmente in Siria, è diventato parte integrante dell’associazione terroristica arruolandosi per compiere atti di violenza, con finalità di terrorismo, e appoggiando le finalità belliche in territorio siriano contro lo stesso stato sovrano della Siria e contro le milizie curde. È, inoltre, accusato di aver compiuto attraverso Facebook  apologia del terrorismo ed istigazione a commettere crimini. La Corte ha ammesso oggi le prove prodotte dalla pm Simonetta Ciccarelli, della Procura distrettuale dell’Aquila, e quelle del difensore, l’avvocato Massimo Solari: Costantini, arrestato nel gennaio scorso dalla Digos di Pescara dopo essersi di fatto consegnato in Turchia, ha seguito l’udienza in videoconferenza dal carcere di Rossano dove è rinchiuso.

La Corte, presieduta da Guido Campli con giudice a latere Chiara Di Gerio, ha respinto tutte le eccezioni avanzate dal difensore, fra le quali quella di incompetenza territoriale ed ha ammesso le prove ovvero due rogatorie con la Svizzera e la Turchia presentate dal Pm: prodotta anche una lista di 13 testimoni e chiesto l’esame dell’imputato, mentre un perito è stato incaricato di trascrivere le intercettazioni. La difesa ha prodotto una lista di testimoni e alcune fotografie.

 “Le accuse sono state fermamente rigettate da Costantini, il ragazzo ripudia la guerra, ripudia qualsiasi crimine. E’ un pacifista convinto, non può essere condannato per reati di questo tipo”. Così  l’avvocato Massimo Solari, difensore di Costantini, al termine dell’udienza davanti alla Corte di Assise di Chieti. “Noi affrontiamo il processo serenamente e siamo convinti di poter dimostrare che non ha aveva nulla a che fare con Al Qaeda o organizzazioni di questo tipo. Cosa è andato a fare in Siria e perchè è partito lo spiegheremo al momento opportuno: per me è una fuga d’amore nell’ambito di una famiglia che aveva delle problematiche di un certo tipo, tensioni familiari classiche che ha un ragazzo di 17 anni con due genitori che si stanno separando. Elementi concreti non ce ne sono – ha concluso l’avvocato Solari – : c’è il fatto del ragazzo che è partito per la Siria, è un dato inconfutabile, ma ciò non significa che se un ragazzo di 17 anni parte per la Siria necessariamente abbia partecipato ad Al Qaeda”.