Chieti: sorpresa, il Corpo F dell’ospedale ha idoneità statica, ma…

Il Corpo F dell’ospedale di Chieti, svuotato da tempo, ha l’idoneità statica, ma per il perito incaricato dalla Asl servono interventi di adeguamento sismico

Una struttura in condizione di idoneità statica che tuttavia necessita di interventi di adeguamento sismico: è questo l’esito della perizia effettuata sul Corpo F dell’ospedale di Chieti da Pierpaolo Cicchiello, ingegnere esperto in diagnostica strutturale, progettazione strutturale antisismica e protezione sismica con metodi non convenzionali. Il perito è stato incaricato dal Direttore generale della Asl Mauro Palmieri di formulare un parere tecnico sulla sussistenza dei presupposti per poter dichiarare il Corpo F, attualmente svuotato, dotato di idoneità statica in relazione al suo utilizzo come struttura ospedaliera.

Nel 2011 il fabbricato fu oggetto delle prime verifiche dalle quali erano emersi problemi di precarietà strutturale. L’espero ha preso in esame tutta la corposa documentazione preesistente, compresa la storia sismica della città. Nella sua relazione Cicchiello ha rilevato che le strutture del Corpo F sono ben conservate, prive di fessure che denotino un’alterazione, e non hanno riportato danni a seguito degli eventi sismici che sono verificati negli anni. Il fabbricato può, pertanto, essere utilizzato per la funzione per la quale è stato realizzato, avendo cura di non sovraccaricare i livelli oltre quello previsto per l’uso come degenza.

Contestualmente il professionista ha condiviso pienamente i pareri espressi in  precedenza in tema di vulnerabilità sismica, indicando la necessità di attuare entro 24 mesi azioni di miglioramento che siano in grado di “porre rimedio alla ridotta capacità di risposta sismica attuale, certamente esigua ma non nulla, come testimoniato dalla struttura stessa che ha passato sostanzialmente indenne gli eventi sismici che l’hanno finora interessata”.

Tocca alla Direzione strategica Asl, ora, riguadagnare gli spazi del Corpo F, nel tempo svuotato, portando nei diversi livelli attività che hanno sofferto finora per via di una collocazione compressa. In campo ci sono diverse soluzioni, tutte finalizzate a dare respiro ad alcune unità operative fintanto che non sarà di nuovo fruibile il Corpo C.

Sul fronte dell’adeguamento sismico, invece, Palmieri ha disegnato una strategia chiara:

“Saranno effettuati interventi dall’esterno – spiega il Direttore generale – un sistema che mira a mettere in sicurezza gli edifici esistenti senza interventi invasivi all’interno degli ambienti. Questo approccio prevede la realizzazione di un nuovo involucro strutturale, o esoscheletro esterno all’edificio esistente, in grado di assorbire le forze sismiche proteggendo la struttura originale dai danni, oppure il ricorso alle torri dissipative, sismiche, ma anche l’adozione di una serie dei cosiddetti smorzatori attivi di vibrazione. Le opzioni sono diverse e non escludiamo un mix tra due o più sistemi convenzionali. Il dato importante è il recupero di spazi che erano stati sacrificati, e che possono essere messi in sicurezza con interventi dall’esterno, a tutto vantaggio dell’operatività dell’ospedale”.

Marina Moretti: