Chieti, in tantissimi al Marrucino per festeggiare la piccola Noemi

In tantissimi si sono ritrovati ieri sera al Teatro Marrucino di Chieti per festeggiare il decimo compleanno della piccola Noemi Sciarretta, la bimba di Guardiagrele (Chieti), affetta da atrofia muscolare spinale (Sma1), grazie alla quale è nata l’associazione ‘Progetto Noemi’ che da anni si fa portavoce delle esigenze delle famiglie con disabilità gravissime

Tantissimi amici si sono ritrovati ieri sera a Chieti per festeggiare Noemi con un evento a sorpresa organizzato da Uao Spettacoli e Progetto Noemi, in collaborazione con Kiwanis Club Chieti Pescara ‘G. D’Annunzio’. Dopo il saluto del sindaco di Chieti Diego Ferrara i saluti tramite video di Maria Grazia Cucinotta, Dario Ballantini, Enrico Ruggeri e Paolo Ruffini, Maurizio Battista, Lino Guanciale, Fabrizio Moro e Gabriele Cirilli. Poi sul palco tantissimi volti noti tra i quali, Federico Perrotta, Valentina Olla, Dado e Chiara Tarquini.  Negli anni la Onlus fondata e presieduta da Andrea Sciarretta, papà di Noemi, ha divulgato e sostenuto le esigenze dei ‘caregiver’, ha contribuito all’istituzione di due posti di terapia sub-intensiva pediatrica nella divisione di Pediatria dell’ospedale di Pescara, ha raccolto fondi per l’installazione di un ascensore per anziani e disabili nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Guardiagrele.
“Il nostro desiderio – ribadisce Andrea Sciarretta – è di dotare presto l’Abruzzo di una Terapia intensiva Pediatrica, a completamento di un percorso assistenziale pediatrico per livelli di complessità. Vorremmo pensare di non essere costretti, in caso di necessità, a emigrare per garantire qualità di vita essenziale. Le T.I. più vicine sono ad Ancona e a Roma. E il tempo, quando si deve salvare una vita, è il peggior nemico”.
In Italia le terapie intensive pediatriche sono 23, per un totale di 202 posti letto. “Patologie complesse croniche, ventilate meccanicamente, richiedono una presa in carico territoriale efficace, riferimenti sanitari con posti letto e personale dedicati in grado di rispondere alle necessità assistenziali e sociali della famiglia. E’ ormai improcrastinabile intervenire perché tutto il carico ricade quasi esclusivamente sulla famiglia”.