Hanno preso il via i lavori prodromici al consolidamento del Corpo C dell’ospedale di Chieti, consegnata alla ditta la parte esterna
Con la consegna parziale dell’area esterna adiacente l’edificio, l’impresa Strever SpA che si è aggiudicata l’appalto potrà allestire il cantiere con la recinzione, la realizzazione degli impianti necessari, il posizionamento delle baracche e della gru. Queste operazioni si concluderanno entro il 9 maggio.
Con la stessa ditta è stata concordata la riallocazione delle attività da trasferire: il punto fermo è che “nulla andrà fuori dal SS. Annunziata”. Il riferimento è a Dialisi, Nefrologia, Ginecologia e Ostetricia, le unità operative che dovranno trovare un’altra collocazione per lasciare liberi gli spazi oggetto di riqualificazione. I lavori riguarderanno solo il Corpo C, senza coinvolgimento del Nodo B/C.
Si procede a step, coinvolgendo tre livelli per volta e partendo dal basso verso l’alto. Ad ciascun blocco in cui si interviene corrisponde il programma di trasferimento delle attività, così articolato:
V livello: non è ricollocabile la Sotto Centrale, che quindi resta dov’è;
VI livello: il deposito farmaci andrà in altro magazzino esterno al Corpo C.
VII livello: tutte le attività presenti, Medicina Predittiva, Terapia Anticoagulante Orale, ditte esterne, il GICO e gli spogliatoi del personale e alcuni studi medici vengono riallocati presso il VI livello Corpo F, ex magazzino cucina.
Per consentire l’avanzamento delle varie fasi, la direzione medica di Presidio e l’unità operativa “Investimenti, manutenzione e patrimonio” sono al lavoro per rendere disponibili gli ambienti dove troveranno posto le attività da ricollocare. A seguire, presumibilmente per la fine della prossima settimana, avverrà lo svuotamento dei primi 3 livelli del Corpo C. Tali operazioni si concluderanno a fine maggio.
“C’è l’impegno da parte dell’Azienda per portare a termine un intervento non semplice, ma obbligato – sottolinea il direttore generale della Asl Mauro Palmieri – nel rispetto del cronoprogramma formulato e formalizzato di fronte a istituzioni e professionisti coinvolti. Si procede per gradi e nel rispetto di tutti, ben sapendo che coniugare la continuità assistenziale con l’attività di cantiere inevitabilmente comporta disagi. È il prezzo, piccolo, da pagare per la messa in sicurezza di luoghi e persone, condizione non negoziabile per un Servizio Pubblico che ha come mission la tutela della salute collettiva”.
